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Quotidianamente non si parla d’altro, in tv, sui giornali, ovunque si parla del celebre e famosissimo “Spread”. Anche se per alcuni può sembrare un cocktail da bar, in realtà dietro a questa terminologia si cela un significato ben diverso e di rilevante importanza, tanto da mettere in discussione la stabilità economica di molti Paesi, in primis l’Italia.

Lo Spread è semplicemente la differenza tra il tasso di interesse pagato sui titoli emessi da un Governo, ad esempio quello Italiano, e i tassi di interesse sui titoli emessi da un altro Governo, ad esempio quello Tedesco. Quando chi compra questi titoli perde fiducia in quel Governo, tende a vendere i titoli in proprio possesso ed acquistare i titoli dell’altro Governo, di conseguenza il tasso di interesse sui titoli venduti aumenta, e il tasso di interesse sui titoli acquistati diminuisce. Questa circostanza crea un aumento dello spread, che viene interpretato dai mercati come un aumento della differenza nella fiducia che si ha in un Governo, o meglio nei titoli emessi da quel Governo, rispetto ai titoli emessi dall’altro Governo.

Il problema principale oggi è molto chiaro, la crisi economica ha assunto dei connotati ben lontani dalla realtà economica in cui vivono quotidianamente le famiglie italiane, per un singolo cittadino è difficile accettare e comprendere una crisi in cui i protagonisti sono i mercati finanziari e le agenzie di rating. Il cittadino si chiede: ma cosa c’entrano veramente questi elementi col mio portafoglio e con la mia incapacità di arrivare a fine mese? Forse in queste parole esiste la vera mission della politica , riportare sullo stesso piano i mercati, l’economia e rapportarli con i veri bisogni del cittadino.