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Salemi, rimosso il “Dio capra”. Sgarbi: “Non mi sono offeso, anzi…”

Salemi, rimosso il “Dio capra”. Sgarbi: “Non mi sono offeso, anzi…”
09 settembre
22:03 2017

SALEMI. Da sempre le raffigurazioni sono il metodo più efficace per comunicare un concetto, per trasmettere delle emozioni o indurre alla riflessione. Ciò accadeva nella preistoria con i graffiti, nel medioevo all’interno delle Chiese dove figure mostruose incutevano timore ai fedeli peccatori e così via fino a giorni nostri. L’arte è un linguaggio!

 

Cosa è la Street art? oggi giorno tutti affermano una propria idea. Basta che nasca un murale e tutti sono pronti a dire a la propria: “Come si permette uno street artist a imbrattare i muri? se venisse a casa mia lo picchierei” e poi ancora “poteva chiedere l’autorizzazione” e tanto altro…. Inutile dire che uno street artist non andrebbe mai a casa di qualcuno poiché come indica lo stesso termine “street” (strada), l’artista va e opera nei luoghi pubblici. 

La Treccani scrive: la street art è quel complesso di pratiche ed esperienze di espressione e comunicazione artistico-visuali che intervengono nella dimensione stradale e pubblica dello spazio urbano, e giuridicamente illegale salvo poi essere, in una fase posteriore, parzialmente sanzionate e fatte proprie dalla cultura popolare di massa, dal mercato e dalle istituzioni”.

L’arte urbana, come spiega Wikipedia, non è da confondere con i graffiti perché, questi ultimi, sono da considerarsi una categoria a sè stante o sorta di sotto categoria visualmente e concettualmente differente, facente capo alla cultura hip hop.

L’obiettivo che si vuole raggiungere tramite la Street art è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica su alcune tematiche di carattere ambientale, sociale, politico, religioso etc… ma anche di denunciare un qualcosa.

Un’opera può essere bella o brutta (ammesso, assunto di per sé già fuorviante, che esista un’unicità estetica), gradevole o meno, ma esprime un concetto che a sua volta può essere condiviso o no.

Tanti i murales balzati alla cronaca negli ultimi anni in Italia e che spesso sono stati cancellati. La rimozione ovviamente rientra nel contesto della street art ed è preventivata dall’artista che conosce l’effimerità della sua creazione che diventa comunque un pezzo di memoria collettiva.

Non è la prima volta che vengono cancellate opere di grandi artisti con un inestimabile valore simbolico, economico e turistico. Spesso accade infatti che non si riconosca la “mano” dell’artista e si imbianchi tutto con la sola funzione di mantenere i muri puliti, ristabilire l’ordine o cancellare quel messaggio provocatorio e irritante. In alcuni Comuni, vi sono delle ditte convenzionate che, da contratto, la mattina rimuovono tutto ciò che “imbratta” i muri del centro.

Accade così che in una piccola città come Salemi, qualcuno cerchi di comunicare qualcosa, attraverso la rievocazione di un particolare momento storico locale.

L’associazione culturale Peppino Impastato supporta così uno street artist (uno di quelli che compiuta l’opera lo siglano con un acronimo o un nick name), un murale. 

Trascorrono tre giorni in strada, sotto la vista di tutti, amministratori compresi. L’opera sta per essere completata ma ecco che ad un certo punto qualcosa non va e quasi  al limite degli orari di servizio della polizia municipale, l’amministrazione da disposizione al Comandante di predisporre le misure idonee in violazione dell’articolo 639 Codice Penale.

Nessuno aveva richiesto l’autorizzazione a realizzare quell’opera. Non resta neanche il tempo di firmarla poiché i vigili urbani in maniera solerte accompagnano un uomo a imbiancare quella “cosa”, cintura, viso e così via…

Giusto! Le regole vanno rispettate! Ma c’è qualcosa che non torna: perché tanta fretta nel cancellarla? Perché solo quel murale e non tanti altri graffiti orrendi e tante opere affrescate qua e la? 

Eppure Salemi ne vanta sempre di più, dal teatro del Carmine al cuore del centro storico, o ancora nel centro nuovo dove i murales abbelliscono e valorizzano spazi neutri. Non si può neanche dire che il Sindaco Domenico Venuti, non apprezzi queste forma di arte, considerato ha sempre dato il suo consenso a questo tipo di espressioni, su muro o su pannelli.

L’amministrazione chiosa: “Non esisteva alcuna autorizzazione per il murales. Si tratta di una questione di rispetto delle regole. Non ci sono altri motivi”

A qualcuno la risposta dell’amministrazione però non va giù. L’autorizzazione non è contemplata, potrebbe esserla per il restauro ad esempio di una statua in pietra campanedda che necessiterebbe, se venisse eseguito il lavoro, dell’autorizzazione della Soprintentenza, oppure per una associazione che volesse inserirsi in maniera abusiva in alcuni locali comunali magari dichiarati inagibili. Esistono infatti diverse sfumature che portano una associazione o un gruppo di cittadini ad operare “per il bene della città”. Ma a Salemi, per fortuna, queste irregolarità non sussistono! 

Ci si chiede: sarà forse il soggetto dell’opera ad aver destato preoccupazione?

In giacca e cravatta era stato raffigurato un grosso caprone, con lunghe e rifulgenti corna.

Era forse Bafometto, il Dio mezzo uomo e mezzo capra divenuto idolo dei Satanisti?

Qualcuno esclama: “E’ Sgarbi!” Mentre dall’altra parte viene smentito con “Sgarbi non ha le corna, la moglie non lo tradisce!”

“Ha la fascia da sindaco e gli occhiali, sarà Venuti…”dice qualcun altro  ma un altro contraddice: “Non gli somiglia per niente!”

È chiaramente l’ex sindaco Vittorio Sgarbi, con il suo inconfondibile abito blu e la fascia sulla pancia. L’aspetto da caprone non necessita di spiegazioni, è ovviamente una provocazione ironica verso colui che ha fatto proprio il termine “capra” che in senso figurativo indica la condizione di ignoranza degli altri.

Il murale, viene cancellato senza se e senza ma. L’azione lascia di stucco i giovani dell’associazione il cui intento era solo quello di regalare un qualcosa di significativo alla città e di dichiarare la loro esistenza. Ben altre volte sono stati realizzati dei murales senza che questi siano mai stati cancellati. Dove è il problema dunque?

Alcuni affermano che i ragazzi dell’associazione debbano decidere se fare politica o cultura dimenticando che la politica abbraccia ogni aspetto della nostra vita ma non solo. Basta prendere un dizionario per leggere sotto la voce murales: “Dipinti di enormi proporzioni eseguiti sui muri esterni degli edifici o affissi su pannelli ben visibili, perlopiù a tema socio-politico”. Ma non era l’obiettivo dei ragazzi. Come gli stessi spiegano: “l’intento era esclusivamente l’arricchimento estetico senza la pretesa di sostenere alcun messaggio prettamente politico o influenzare campagne elettorali e mediatiche”.

Il problema a livello tecnico sembrerebbe legato al fatto che a realizzare l’opera sia stata una associazione e non uno street artist, ragion per cui gli stessi debbono chiedere l’autorizzazione, soprattutto in nome della legalità reclamata dietro un nome come Peppino Impastato. 

(Ovviamente, si auspica che sia ben chiaro a tutti chi era Impastato e quali siano le sue lotte di disobbedienza civile utili a mantenere alti i valori della legalità democratica e costituzionale).

I ragazzi volevano creare solamente un murales satirico. L’unica persona che poteva sentirsi offesa da tutto ciò poteva essere il critico dell’arte, candidato alla carica di presidente della Regione Sicilia, il quale pero risponde : “Io non mi sono offeso, ho trovato molto bello il murales, dava decoro alla città. Protestino se vogliono…” e aggiunge ironicamente: “Io sono Voi come il Dio capra!”

Scoppia la polemica, i giovani dell’associazione Peppino Impastato considerate le anomalie diffondono un comunicato:

La cancellazione del murale è stata un atto di forza e prepotenza contro l’Arte, l’Estro creativo e la Libertà d’espressione.

A chi fa paura l’Arte? A chi dice di sostenerla nei programmi elettorali e poi la cancella? Noi ragazzi e ragazze dell’ Associazione Socio-Culturale “Peppino Impastato” siamo dalla parte dell’Arte sempre e comunque, anche quando potrebbe essere considerata “scomoda”. Anche quando è necessario “trasgredire” le regole per affermare un’idea. E l’idea che vogliamo portare avanti è quella della condivisione di qualsiasi manifestazione espressiva che ci faccia riflettere, piangere o sorridere. Insomma emozionare. Crediamo che i fatti accaduti ieri abbiano travalicato le intenzioni degli artisti e della nostra associazione che li supporta. I lavori per la realizzazione del murale sul cavalcavia del nostro paese si sono svolti sotto gli occhi dell’intera cittadinanza per tre giorni e nessuno ha avuto da ridire. Solo quando è stato ultimato, si sono levate voci a proposito della “regolarità” dell’opera, che evidentemente non è stata apprezzata. Oppure, a non essere apprezzata forse è l’opera di chi si batte per diffondere un messaggio alternativo che si basa sulla partecipazione, la condivisione e la diffusione del bello. Oggi ad essere censurata non è stata solo un’opera d’arte, ma soprattutto un’idea: quella che in questo paese qualcosa di nuovo, di diverso si può e si deve realizzare. Tanti sono i muri imbrattati, molti sono gli angoli degradati a Salemi. Eppure, mai l’amministrazione è stata così tempestiva nel ripristinare il “decoro urbano”. 
Perché ripulire la città partendo da un’opera d’arte?” 

L’Associazione Peppino Impastato, ha quindi rivolto un appello a tutti a partecipare ad un sit-in  di fronte al murale cancellato. 

Sul muro troveranno presto posto i manifesti elettorali.

 

(quanto scritto non è un articolo di cronaca ma un corsivo)

About Author

Agostina Marchese

Agostina Marchese

Nata a Salemi, giornalista, ha studiato scienze politiche e delle relazioni internazionali. Crede nel giornalismo d’inchiesta e a quello di strada tra le persone e per le persone. Collabora con “Belice c’è” e ha fondato una rivista sull'eterno femminino. È stata corrispondente del Giornale di Sicilia e ha collaborato con Telejato e Report. Ama la politica, la natura e andare oltre le apparenze.

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