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Giunta all’Ars, parte il conto alla rovescia ma è guerra per le deleghe più “prestigiose”

Giunta all’Ars, parte il conto alla rovescia ma è guerra per le deleghe più “prestigiose”
29 novembre
05:07 2017

Conto alla rovescia per il tanto atteso insediamento della Giunta a Palazzo dei Normanni. Dopo oltre tre settimane di distanza dalla sua elezione Nello Musumeci  ufficializza la formazione completa della Giunta. Eletto Milazzo presidente del gruppo e in attesa dell’incontro dell’intera coalizione, ad entrar a far parte della Giunta saranno Gaetano Armao ( a cui andrebbe la delega all’Economia), Roberto Lagalla (Formazione) e Vittorio Sgarbi (Beni Culturali). A questi dovrebbero aggiungersi tre e non più quattro assessori in quota Forza Italia: Marco Falcone (capogruppo azzurro all’Ars nell’ultima legislatura) che va all’Agricoltura; Bernadette Grasso alla Funzione Pubblica e Autonomia Locali; Edy Bandiera al Turismo. Due gli assessori scelti tra le fila dell’Udc Mimmo Turano e una donna il cui nome è ancora da confermare. Fratelli d’Italia si aggiudica un assessore Sandro Pappalardo con la delega all’Energia e Rifiuti, uno anche per Diventerà Bellissima, Ruggero Razza che ricoprirebbe il ruolo di assessore alla Sanità, uno in quota a Cantiere popolare, Totò Cordaro al Territorio e Ambiente e uno per MpA ovvero Mariella Ippolito. Resta  fuori la Lega di Salvini (prima lista della coalizione), che dopo avere minacciato di uscire dalla maggioranza, avrà una carica di prestigio all’Assemblea regionale.

Le deleghe sono ancora da comunicare e confermare. Le poltrone sono state ripartite secondo i voti apportati dalle singole liste al presidente. Il 5 novembre, il voto espresso dai siciliani per un candidato, senza l’espressione di preferenza per il presidente, andava in automatico al candidato presidente collegato a quella lista. E così ad apportare più voti a Musumeci sono state Forza Italia con 315.056 mila voti, Popolari e Autonomisti con 136.520 voti, l’Udc con 135124 voti, diventerà bellissima con 114 e Fratelli d’Italia e noi con Salvini con 108.713 voti.

Una ripartizione quella degli assessorati che non è stata semplice a causa del pregio di alcune deleghe (sanità, energia e rifiuti, agricoltura, formazione) e che come già affermato dal presidente sarebbero state assegnate a politici e non a tecnici ad eccezione di Armao suggerito da Berlusconi. E d’altronde la spinta verso l’alto in queste elezioni Musumeci ex presidente della Commissione antimafia l’ha avuta proprio dalla destra e dai partiti del Silvio Berlusconi pluriindagato per mafia, ma questa è un’altra storia e si “attende il processo”. Musumeci ha ribadito più volte di non essere giustizialista e che la sua idea è quella di ricostruire il centrodestra in Sicilia lontano dal renzismo e crocettismo. Anche se bisogna dire che per esclusione che quei 30 mila voti ricevuti in più rispetto ai voti totali delle sue liste, Musumeci li ha avuti, probabilmente e inconsapevolmente proprio dalla sinistra.

Tornano tra gli scranni, dunque alcuni uomini del passato già in giunta con Cuffaro e Lombardo. Miccichè, uomo chiave nella vittoria di Musumeci intanto vorrebbe la presidenza all’Ars che fu già sua nel 2008 anche se a rivendicarla è anche il M5s il più votato alle regionali.

Così superato il primo step delle nomine attingendo alle proposte dei suoi partiti, schivando gli “impresentabili” e i deputati finiti sotto inchiesta che sono già nove su 70, resta la questione delle deleghe che dovrebbero arrivare prima del week end, mentre i consiglieri entreranno in Sala d’Ercole dopo l’8 dicembre.

Vignetta di Antonella Montalbano

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