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“Non c’è più la Sicilia di una volta”, il giornalista e scrittore Gaetano Savatteri a Santa Ninfa

“Non c’è più la Sicilia di una volta”, il giornalista e scrittore Gaetano Savatteri a Santa Ninfa
28 novembre
18:58 2017

SANTA NINFA (Trapani). Sarà consegnato al giornalista e scrittore Gaetano Savatteri, sabato 2 dicembre, il premio «Museo Nino Cordio», giunto quest’anno
alla nona edizione. Il premio è organizzato dal Comune di Santa Ninfa (città natale di Nino Cordio) e dall’associazione culturale «Teatri di Nina». Savatteri è
noto soprattutto per essere uno degli inviati di punta del Tg5, ma è anche autore di romanzi e saggi di successo. Questa la motivazione: «Giornalista attento e scrupoloso, si è contraddistinto per la capacità di raccontare i fatti di cronaca senza mai cedere alla spettacolarizzazione della notizia. Scrittore raffinato, ha saputo abilmente fondere
l’attenzione per la narrazione (la fabula) a quella per la forma (la scrittura). Intellettuale sempre attento alla storia e alle vicende della Sicilia, è riuscito a
raccontarla, descriverla, interpretarla e spiegarla senza orpelli, con uno sguardo ai compiaciuto e sempre con sentimento sincero e acuminata ironia».
Il programma prevede, alle 18, nella “Sala delle teste” del museo, un incontro pubblico con Savatteri, nel corso del quale sarà presentata l’ultima opera dello
scrittore, «Non c’è più la Sicilia di una volta», edito da Laterza. Un libro che fa strame degli stereotipi e restituisce un volto inedito e sorprendente dell’isola.
Accanto alle rovine greche, la scoperta dei parchi di arte contemporanea più estesi d’Europa. All’immagine di Corleone si affianca quella di una Sicilia urbana
e metropolitana. Invece della patria del machismo ecco il luogo in cui è nata la prima grande associazione in difesa dei diritti degli omosessuali. Al posto delle
baronesse, una generazione di donne manager e imprenditrici. E ancora: un panorama letterario, musicale, teatrale tra i più vivaci di oggi. Con buona pace
del «Gattopardo», suggerisce Savatteri, non è vero che in Sicilia tutto cambia perché tutto rimanga com’è: sull’isola, negli ultimi anni, quasi tutto è cambiato.
All’incontro interverranno anche il regista Francesco Cordio e Antonio Bellia, autore del docu-film «La corsa de L’Ora», che racconta la storia del coraggioso
quotidiano palermitano negli anni della direzione di Vittorio Nisticò (interpretato da Pippo Delbono), tra il 1954 e il 1975: le vicende del giornale,
che chiuse nel 1992, si intrecciano con quelle della città di Palermo e con l’impegno di tanti intellettuali, giornalisti, scrittori che ne frequentarono la
redazione e che fecero de «L’Ora» qualcosa di più di un semplice organo di controinformazione. Il film sarà proiettato alle 20, nel salone del centro sociale,
dopo la consegna del premio a Savatteri da parte del sindaco Giuseppe Lombardino.
Il premio «Cordio» viene assegnato ogni anno a personalità della cultura, dell’arte, della letteratura e dello spettacolo in qualche modo legate alla Sicilia.
Nel 2009 è stato conferito all’attore Luca Zingaretti, nel 2010 al sociologo Nando Dalla Chiesa, nel 2011 all’attrice Stefania Sandrelli, nel 2012 all’attore
Luigi Lo Cascio, nel 2013 al cantautore Daniele Silvestri, nel 2014 all’attore Paolo Briguglia, nel 2015 al cantautore Mario Venuti e nel 2016 all’attore
Michele Riondino.

Gaetano Savatteri
È nato a Milano nel 1964 da genitori siciliani, originari di Racalmuto, il paese di Sciascia. A
dodici anni torna con la famiglia in Sicilia. Nel 1980, insieme con altri giovani, fonda il
periodico «Malgrado tutto», che potrà vantare la pubblicazione di alcuni articoli
di Leonardo Sciascia, Andrea Camilleri, Giuseppe Bonaviri e Matteo Collura. Dopo aver
conseguito la maturità, comincia a lavorare al «Giornale di Sicilia», per poi trasferirsi nel
1991 a Roma, prima come inviato de «L’Indipendente» e, in seguito, come giornalista
del Tg5. È autore di vari romanzi, tra i quali «La congiura dei loquaci» (2000), «La ferita di
Vishinskij» (2003), «Gli uomini che non si voltano» (2006), «La volata di Calò» (2008),
«La fabbrica delle stelle» (2016). Tra gli altri suoi libri si citano «I siciliani» (2005) e «I
ragazzi di Regalpetra» (2009). Vive e lavora a Roma.
Il museo
Il Museo Nino Cordio (che fa parte della Rete museale e naturale belicina) nasce
dall’iniziativa del Comune di Santa Ninfa (Trapani), città natale di Nino Cordio, e dalla
collaborazione della famiglia dell’artista. Il museo accoglie la corposa donazione di
acqueforti che Nino Cordio volle fare qualche anno prima della sua morte. In esposizione
anche una serie di dipinti ad olio, affreschi, disegni e sculture che la famiglia ha concesso
in prestito. Il totale delle opere esposte supera il numero di 200. Il museo, oltre alle grandi
sale espositive, è dotato di una sala proiezioni video, di una sala multimediale predisposta
per la didattica con gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori, di una salaatelier
in cui sono stati ricostruiti gli ambienti di lavoro dell’artista e di una sala teatro in cui
si allestiscono eventi culturali legati alle opere del museo.
Nino Cordio
Nato a Santa Ninfa, in provincia di Trapani, il 10 luglio 1937. Ha studiato all’Istituto d’Arte
di Catania e all’Accademia di Belle Arti di Roma. Successivamente ha frequentato l’Atelier
di Friedländer a Parigi. Ha insegnato presso il I Liceo Artistico di Roma e presso la
«International School of Art», in Umbria. Ha esposto i suoi lavori in numerose personali in
Italia, Europa e Americhe. Ha vissuto e lavorato tra Roma e Todi. Il 24 aprile del 2000
muore a Roma, città in cui riposa presso il Cimitero Acattolico di Testaccio.
www.museocordio.net

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