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Ospedale, PTE Salemi: la mancata assistenza ad un cittadino tra la riduzione del personale medico

Ospedale, PTE Salemi: la mancata assistenza ad un cittadino tra la riduzione del personale medico
17 novembre
16:30 2017

SALEMI. Una storia che fa riflettere quella vissuta da un cittadino salemitano al Pte del nosocomio “Vittorio Emanuele III” e che mette in luce uno dei tanti aspetti pruriginosi del presidio ospedaliero. A raccontarci quanto avvenuto martedì 7 novembre,  è G.M. pensionato, protagonista di una sventura dentro le mura domestiche. Alle prese con un lavoro hobbistico, l’uomo si è accidentalmente ferito al polso con la smerigliatrice. Un taglio profondo che ha provocato un sanguinamento inarrestabile alla prime cure casalinghe. Preoccupato dall’emorragia, G.M. si è recato al P.T.E. (presidio territoriale di emergenza) dove come ha raccontato ha trovato la porta chiusa, senza personale nei dintorni. Sanguinante, spiega nel sua prima esternazione scritta, cerca “qualche anima nell’ormai deserto ospedaliero, qualcuno con il camice bianco si trova (giù all’ingresso del piano terra n.d.r.) ma si rifiuta di darti soccorso persino nel darti una garza o qualcosa per tamponare l’emorragia ancora in corso”. Preso dallo sconforto e dal quel poco di lucidità che rimane in certi momenti di panico, G.M. con un familiare, si è quindi diretto al Pronto Soccorso di Castelvetrano dove l’emorragia finalmente è stata bloccata e la vita salvata.

Il giorno successivo in fase di ricovero, cominciano però a sorgere alcune domande a cui si cerca di dare risposte chiamando il centralino dell’ospedale. Al racconto di quanto avvenuto, viene riferito che “probabilmente” il personale addetto al P.T.E. era impegnato in un altro soccorso, motivo per il quale la porta in quel momento era chiusa.

Secondo quando riportato sul sito dell’Asp di Trapani, chiede G.M. :«se in ‘questi presidi il servizio è assicurato 24 ore su 24 da un medico dell’emergenza territoriale e da un infermiere professionale e si può accedere direttamente recandosi presso le sedi sopra indicate o chiamando il 118 come mai la porta era chiusa? Per fortuna oggi posso ancora raccontare la mia esperienza ma da salemitano mi chiedo se questa Città, titolo attribuitogli ormai da qualche anno, abbia i reali requisiti per essere definita tale, oggi ho certezza che i miei figli abbiano fatto bene ad allontanarsi da questa terra dimenticata da tutti! Mi chiedo se i giovani di oggi possano avere degli stimoli per rimanere, mi chiedo se per cambiare le cose qualcuno debba per forza perdere la vita, ma soprattutto mi chiedo se alle porte del 2018 devo sperare di farmi male per primo per trovare qualcuno che mi soccorra al nostro Presidio Territoriale di Emergenza!!!».

La vicenda è stata sottoposta all’Asp che replica:

«I PTE (presidio territoriale di emergenza) sono attivi H24 con un Medico e un Infermiere a turno. È un servizio territoriale e pertanto garantisce anche gli interventi con ambulanza sul territorio, e i trasferimenti presso gli ospedali. Durante tali servizi il personale è assente e lascia un cartello di avviso con l’indicazione a chiamare il 118 in caso di emergenza, che provvederà a inviare un’altra ambulanza; o, in tutti gli altri casi, a rivolgersi al PPI (punto primo intervento)  che si trova ai piani superiori del presidio di Salemi, o anche al pronto soccorso dell’ospedale di Castelvetrano,  alla guardia medica di Vita o di Gibellina. In quell’occasione l’unico medico di guardia durante il giorno al PTE era stato chiamato per un intervento territoriale. Questo signore però non è mai giunto al PPI  e si è recato al pronto soccorso dell’ospedale di Castelvetrano dove è stato medicato. In ogni caso l’ASP farà  ulteriori verifiche su quanto segnalato».

Il Pte era nato nel 2011 a seguito della chiusura del Pronto soccorso. Un presidio di emergenza rivolto a circa 35 mila utenti e che dovrebbe disporre di 8 medici assicurando il doppio turno notturno e diurno: uno responsabile di trasporti in ambulanza e l’altro a servizio di tutti coloro che si recano personalmente al Pte e non necessitano di trasferimento.  Nei fatti però il Pte è stato lasciato 1 anno fa dal dottore Denaro e circa 4 mesi fa dalla dottoressa Licata, i quali hanno optato per il trasferimento in altra zona. Il Pte che fa capo al 118 si trova così ad avere un solo medico diurno dalle 8 alle 20 e due notturni dalle 20 alle otto, affiancati nei week end dai medici dell’Asp di turno al PTA, presidio territoriale ambulatoriale.

L’obiettivo del “risparmio” con il ridimensionamento ospedaliero ha avuto il risultato di mettere a rischio la sicurezza dei cittadini che oggi vivono queste vicende, ma che non tutti segnalano. E’ inoltre vero che molti cittadini (e anche alcuni dipendenti dell’ospedale di Salemi) non sono a conoscenza dell’esistenza del PPI. Quelli che, fino allo scorso anno, erano stati i proclami di un sindacato per scongiurare la riduzione dei medici da 8 a 5, dopo le rassicurazioni dei dirigenti, sono poi caduti nel nulla.

Sebbene la tra rete ospedaliera dell’emergenza-urgenza dovrebbe ridurre i rischi di mortalità o i postumi invalidanti di un incidente o affezione, oggi oltre a mancare l’assistenza in alcuni specifici casi come questo,  il Pte qualora non garantisse i 5 mila accessi annui rischia anche di chiudere.

 

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