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Salemi: la “San Gaetano” in agonia. Anziani trasferiti all’Ipab di Santa Ninfa

Salemi: la “San Gaetano” in agonia. Anziani trasferiti all’Ipab di Santa Ninfa
12 gennaio
21:02 2018

SALEMI. La casa di riposo “San Gaetano” sospende le proprie attività. Una vera e propria chiusura nei fatti, ma che sul piano tecnico viene disposta formalmente solo dalla Regione. Il commissario straordinario (nominato sempre dalla Regione) Carlo Turriciano, che negli ultimi tempi si è occupato di amministrare la struttura, ha gettato la spugna. Come lui stesso scrive in una missiva “pur avendo tentato negli ultimi due mesi di evitare, in tutti i modi, di non interrompere i servizi” di un bene storico della città, “nonostante gli sforzi compiuti, gli obiettivi prefissati non sono stati raggiunti”.

Per problemi di carattere organizzativo e finanziario, la casa di riposo, infatti, non è in grado di poter più garantire il servizio fino ad oggi fornito. Sono quindi partite le lettere indirizzate ai parenti degli assistiti a cui si chiede di individuare un’altra struttura dove trasferire i propri familiari entro il 31 gennaio. La diminuzione del numero di richieste di ricovero per gli anziani, che sono scesi da quasi 50 a 18, unitamente allo scemare dei finanziamenti della Regione, ha finito con il mettere “k.o.” l’Ipab salemitana. Un fallimento, a dire di qualcuno, se si pensa soprattutto alla storia di questo Istituto sorto nel lontano 1955 come Opera Pia. La Casa di riposo “San Gaetano” era infatti nata per volontà di Gaetano Uddo, un salemitano emigrato nei primi decenni del Novecento, negli Stati Uniti, il quale, dopo aver fatto fortuna diventando un importante e ricco immobiliarista, spedì al Comune di Salemi 100 milioni di vecchie lire per la costruzione di una confortevole Casa di riposo nella quale ospitare gli anziani poveri e privi di sostentamento. Quelle che un tempo erano le speranze del fondatore, sono ora fortemente messe a repentaglio. Se fino a ieri gli anziani che non godono di una florida pensione, potevano essere assistiti grazie alla retta versata nelle casse della struttura dal Comune, (obbligato per legge), adesso a Salemi ciò non sarà possibile. Nessuno dei numerosi centri per anziani che continuano a fiorire in città ha, infatti, una convenzione con la Regione che renda possibile tale accoglienza. Così, gli anziani ospiti senza famiglia o quelli per i quali i parenti non provvedano a trovare una nuova struttura di accoglienza, saranno trasferiti a Santa Ninfa, ossia in un’altra Ipab anch’essa vessata dagli tagli regionali ma nella quale è presente un numero più elevato di anziani.

Non è dato ancora sapere che fine faranno le varie figure professionali quali l’infermiere, l’assistente sociale e il medico, il fisioterapista e l’animatrice (il cui stipendio viene pagato dai fondi regionali) e l’unico dipendente Pasquale Agusta. Figure che di certo non potranno essere accolte dall’Ipab santaninfese che dispone già di tale personale. Professionisti che, oltretutto, hanno subito forti ritardi nei pagamenti: alcuni di loro peraltro non ricevono lo stipendio dal gennaio 2017; altri addirittura da due anni, così come il personale reclutato tramite graduatoria e che ha (per tentare di recuperare le somme spettanti) in parte fatto ricorso ad un decreto ingiuntivo.

Operatori che ne “faranno le spese” fino all’ultimo giorno, lavorando nella consapevolezza di non essere retribuiti ma che presteranno assistentza agli anziani fino al 31 gennaio. Molti parenti, infatti, che hanno già pagato la retta mensile, non sono disposti a spostare i propri familiari prima della fine del mese.

Una situazione cavillosa alla quale già da qualche mese cerca di porre rimedio anche il sindaco di Salemi, Domenico Venuti, che il 28 dicembre scorso insieme al commissario si era recato a Palermo per incontrare il Ragioniere generale della Regione Giovanni Bologna: “Da tempo – afferma il primo cittadino – ‘San Gaetano’ viene gestita dalla Regione e il Comune non ha alcuna titolarità sulla struttura. L’amministrazione comunale ha comunque dato per due volte la disponibilità a rilevare la “San Gaetano”, risolvendo tutte le pendenze. Per attuare questo piano, tuttavia, servono le relative autorizzazioni della Regione nell’ambito della legge finanziaria che il governo dovrà mettere a punto ad aprile”.

In soldoni la Regione dovrebbe concedere uno spazio di manovra, di natura finanziaria, al Comune, che avendo i conti in regola, avrebbe la possibilità di rilevare la struttura e ripianare i debiti, magari ricorrendo anche ad un mutuo. Un’altra manovra possibile consisterebbe nell’assumere i dipendenti a carico del Comune, ma per legge il pagametro relativo alla spesa del personale non deve mai superare la metà complessiva dell’intera spesa di funzionamento dell’ente. Servirebbe una norma o una deroga che permetta ai comuni come Salemi e altri che avrebbero intenzione di seguire questa via, di potere attuare tale manovra. La Regione, con un esercizio provvisorio di tre mesi e paralizzata da un buco di bilancio di tre miliardi di euro, fa spallucce e “abbandona” alla sua sorte le 149 Ipab siciliane e i 4.500 anziani ricoverati.

Qualcuno degli operatori dell’Ipab ha già deciso di aprire una struttura privata che diverrebbe la quinta a Salemi. Ma come fanno tali strutture a sostenere i costi? I malpensanti ipotizzano che non tutte le figure richieste per legge siano poi realmente assunte e che gli operatori vengano pagati meno. C’è ovviamente anche da chiedersi come mai il numero di anziani ricoverati alla “San Gaetano” si sia dimezzato in questi anni: ci sono state forse delle “falle” nella gestione? Ad oggi l’istituto ha un disavanzo di 500 mila euro.

Ciò che è certo è che la Ipab “San Gaetano”, negli ultimi mesi ha subito delle visite ispettive. E ancora, si chiede qualcun’altro: è possibile che dietro tale chiusura vi sia un progetto di conversione? Ciò attualmente non è dato sapere, ma la chiusura da parte del commissario, ufficialmente, è e resta “temporanea”.

 

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Agostina Marchese

Agostina Marchese

Nata a Salemi, giornalista, ha studiato scienze politiche e delle relazioni internazionali. Crede nel giornalismo d’inchiesta e a quello di strada tra le persone e per le persone. Collabora con “Belice c’è” e ha fondato una rivista sull'eterno femminino. È stata corrispondente del Giornale di Sicilia e ha collaborato con Telejato e Report. Ama la politica, la natura e andare oltre le apparenze.

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