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Poggioreale, viaggio nella memoria con asino

Poggioreale, viaggio nella memoria con asino
01 giugno
10:48 2014

poggioreale vecchiaIn una vecchia fotografia c’è la piazza principale con la chiesa sullo sfondo, i palazzetti patronali con i fiori sul balcone, il prete con la tonaca nera e i bambini che giocano. L’immagine serena di un paese contadino distrutto nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 dal terremoto del Belice e ricostruito quattro chilometri più in là. Di Poggioreale antica sono rimaste le rovine che ne fanno una moderna Pompei, le case diroccate dentro cui ancora si trova un barattolo di conserva, una scarpa, un quadretto, a parlare della vita quotidiana spezzata. Una ghost town che racconta vita e morte e che domani sarà protagonista del Viaggio della memoria promosso da Belice/Epicentro della memoria viva e dal Circolo Valle del Belice di Legambiente in collaborazione con la Rete museale e naturale belicina, il Comune di Gibellina e il Cresm, il Centro di ricerche economico e sociali nato dall’esperienza di Lorenzo Barbera, il fautore delle grandi battaglie post-terremoto.

Il viaggio (informazioni e prenotazioni allo 0924.69000 o al 329.9498546) è un itinerario attraverso i luoghi del terremoto e della faticosa rinascita, che parte dai musei di Gibellina, fa tappa al Cretto di Burri e poi nella vicina Poggioreale, per concludersi nel Museo della memoria di Santa Margherita Belice. Un viaggio condito di narrazioni, canzoni, passeggiate bucoliche, grigliate all’aperto e che ha un accompagnatore d’eccezione: un asino, chiamato Antonio, che guiderà la carovana di visitatori. Il percorso inizia alle 9, a Gibellina, con una colazione a base di prodotti tipici e la visita guidata e narrata al museo Belice/Epicentro della memoria viva, dove è custodito un tesoro di fotografie, giornali, testimonianze su quegli anni. Stessa visita subito dopo al Museo di arte contemporanea «Corrao» e alla Fondazione Orestiadi con il suo Museo delle Trame del Mediterraneo. Ultima tappa di Gibellina sul Cretto di Burri, che riproduce il tessuto viario distrutto. Il pranzo all’aperto ai ruderi di Poggioreale, in collaborazione con l’associazione «Poggioreale antica», che da anni si batte per la custodia e la valorizzazione di ciò che è rimasto. E che non si arrende, nonostante l’ultimo simbolo del vecchio paese sia crollato a dicembre del 2009, quando si abbattè il campanile della chiesa che era rimasta in piedi anche con le scosse del sisma. Un paese così battezzato dal colle ameno su cui venne fondato nel 1642 dal marchese di Gibellina Francesco Morso, che aveva avuto la concessione dal re di Spagna Filippo IV. I documenti censiscono i 209 abitanti che per primi andarono a colonizzare il nuovo borgo. Qui si andrà A passo d’asino sulle vie della memoria, tra musiche popolari, alla scoperta di quel che furono la piazza, gli edifici religiosi, il teatro. Un mondo che sopravvive nei ricordi di chi lo ha vissuto.

(Fonte: Gds.it)

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