Erice: aperti i “Dialoghi di pace”
Si sono aperti ieri mattina nell’aula magna del Centro di cultura scientifica “Ettore Majorana” di Erice i “Dialoghi di pace”, uno degli appuntamenti di “Fly for peace”, la tre giorni dedicata ai temi della pace che si concluderà domenica con l’Air Show a Trapani. Ad aprire i “Dialoghi” – proposti sotto l’auspicio che la pace non è solo la fine di un conflitto ma è la serenità dell’esistenza, è la pienezza della propria giornata, è la coscienza che tutto ha un senso – il sindaco di Erice, Giacomo Tranchida: «È necessario studiare la pace – ha detto – ecco perché penso a un “convento” di alta formazione per i giovani qui a Erice, che guardi al Mediterraneo come a una risorsa e non a un problema, favorendo la nascita e la creazione di una nuova classe dirigente che, per davvero, dal basso, costruisca la pace, in tutte le sue declinazioni, sociali, economiche, culturali, interreligiose».
Il VESCOVO FRAGNELLI: «SONO I POPOLI IL SOGGETTO STORICO DELLA PACE» – «Il primo compito che scaturisce dall’incontro di stamattina – ha detto il Vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli – è quello di creare e favorire la conoscenza e lo studio delle diverse tradizioni religiose superando concettualizzazioni rigide. Una rigidità che ci ha impedito, a volte più per paura dell’altro che per una vera riscoperta della propria identità, l’incontro vero tra le grandi religioni che sono nate nel Mediterraneo. Sono i popoli e la gente il soggetto storico della pace. I nostri dialoghi sono occasione per ridare linfa e valore all’incontro tra le persone a partire dalla forza dei testimoni della pace come don Andrea Santoro, il prete romano ucciso nel 2006 a Trabzon in Turchia, una luce che illumina il percorso per il dialogo interreligioso».
L’APPELLO DI AL-AJRAMI E RUTLAND: «CESSATE IL FUOCO» – A Erice ieri sono già arrivati il palestinese Ashraf Al-Ajrami e l’israeliano Benjamin Rutland, relatori nel panel dedicato al tema “Il dono della pace”. I due, in aula stamattina, hanno scelto di sedersi a fianco. «La prima cosa da fare è cessate il fuoco per iniziare i negoziati e raggiungere un accordo tra israeliani e palestinesi – ha detto Ashraf – ma purtroppo da quando siamo arrivati qui abbiamo sentiti che è iniziata la guerra su terra, la situazione è particolarmente grave, continuano lanci di missili. È una situazione assurda quella con la quale ci confrontiamo e qui i “Dialoghi” ad Erice sono un’iniziativa di incontro che deve servire da esempio per tutti i popoli in conflitto». «Da qui vogliamo inviare un messaggio di pace perché è possibile stare assieme» ha detto Benjamin. «Siamo ottimisti, l’esigenza di pace è fondamentale per i nostri popoli, dobbiamo continuare a nutrire la speranza di convivere assieme – ha detto Ashraf – la comunità internazionale ci aiuti in questo percorso di convivenza e di pace nei nostri paesi».
L’IMAM PALLAVICINI: «RISCOPRIRE LA FUNZIONE DELL’UOMO SULLA TERRA» – «L’errore degli idolatri che attribuiscono un “potere” ad un numero, ad una parola, ad una o più cose è quello di dissociare la forma dell’oggetto, dall’Onnipotenza del Dio Unico e di associarne la “potenza” alla propria soddisfazione e immaginazione individuale – ha detto l’Imam Yahya Pallavicini – Da un lato, si pretende misconoscere la realtà ortodossa della comunicazione spirituale, simbolica e sottile mentre, dall’altro lato, diventiamo schiavi dell’emozione del touchscreen, dove abbiamo la sensazione di potere governare la “nostra” vita e il “nostro” mondo con il “nostro” dito indice che naviga su una rete, in un social network, “virtuale e multimediale”, due termini che sembrano rappresentare proprio un politeismo. Occorre suscitare o resuscitare il ricordo della grazia della presenza spirituale di Dio ed educare alla scoperta o alla riscoperta della natura e della funzione dell’uomo sulla terra, come insegnava il nostro maestro lo shaykh Ahmad Ibn Idris al Hasani al Fasi: “siamo di passaggio in questo mondo”».