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Cinque domande a… Fabio Aiello (Dex)

Cinque domande a… Fabio Aiello (Dex)
07 febbraio
16:56 2018

Fabio Aiello, di Partanna, 34 anni,  laureato in scienze motorie, direttore di una palestra a Salemi.

Fabio ha molti hobby: mountain bike, escursionismo, attività fisica, cinema, libri, serie tv, ma soprattutto la musica. Sta infatti portando avanti un progetto musicale  come cantautore, col nome d’arte Dex.

1 Quando e come è nata la tua passione per la musica?

Mi sono sempre ritrovato a canticchiare dietro a qualsiasi canzone passata in radio. Ho sempre avuto musicassette e cd, ma soprattutto la fortuna di avere un fratello chitarrista. La passione c’è sempre stata, quindi dovevo solo trasformarla in qualcosa di più concreto. A 17 anni mio fratello mi spiegò come tenere in mano la chitarra. Da lì, non so come o cosa abbia fatto per strimpellarla come faccio. Sono un autodidatta. Inizialmente, ispirandomi a gruppi rock e grunge come i nirvana e gli smashing pumpkins, componevo musica in lingua inglese. Poi, man mano, ho capito l’importanza della lingua italiana e di quanto fosse più espressiva e comunicativa. Anche il genere musicale d’ispirazione, negli anni, ha subito un cambiamento. Mi sono avvicinato a cantautori italiani come Alessandro Mannarino, Max Gazzè, Niccolò Fabi, Brunori Sas.

2 Cosa rappresenta la musica per te?

Dire che rappresenta tutto potrebbe sembrare banale ed esagerato allo stesso tempo. Quindi mi limito a dire che rappresenta molto. È un viaggio dentro me stesso che mi permette di esternare le emozioni e il mio modo di vedere il mondo, quindi la musica è il mio modo di esprimermi, di sfogarmi, di cercare risposte, di comunicare con chi vuole ascoltare. Dedico alla musica ogni istante libero. Gli appuntamenti fissi sono, gran parte della pausa pranzo, il martedì mattina quando vado a lezione di canto e la domenica pomeriggio, quando lavoro  al perfezionamento del mio progetto.

3 Di cosa parla la tua canzone e come mai hai scelto il Cretto di Burri per girare il videoclip?

Ho scritto molte canzoni. Quella che gira in rete, dal titolo “voglio di più”, è quella con cui ho deciso di far conoscere il mio progetto solista. La canzone parla di fede e del mio modo di vederla. Non critico chi ha fede, assolutamente. La critica, semmai, è rivolta a chi  nasconde dietro la fede le sue paure, le sue rinunce, i suoi fallimenti.  Infatti, per superare un problema bisogna affrontarlo  e rimboccarsi le maniche. Non basta unire le mani in preghiera.

La felicità va cercata e conquistata qui dove siamo, nel quotidiano, nelle cose che si fanno per passione, negli amici, negli affetti e, perché no, nell’amore. Ho scelto il Cretto di Burri per almeno due motivi : il bellissimo contrasto di colori che offre e che potete apprezzare nel videoclip, e anche, su suggerimento di una mia cara amica, per quello che rappresenta. Nel brano dico: “Vogliono farci credere che dopo la morte esiste un luogo dove ognuno di noi può avere di più”. Secondo me quella colata di cemento, quell’opera d’arte vuole dirci che spesso noi copriamo la realtà, nascondendo quello che non ci piace, che magari ci dà angoscia e sofferenza, e ne creiamo un’altra più accettabile e rassicurante. In fondo il Cretto copre le rovine di una città come, a volte, noi copriamo la realtà che non ci piace, inventandone, magari, una più accettabile e rassicurante.

4 Progetti futuri?

Sto lavorando a un progetto come solista. L’intenzione è di sistemare prima alcune cose e poi cominciare a fare dei live in giro per i locali della zona, in modo da far conoscere il mio progetto. Inoltre dovrei cominciare le registrazioni del mio primo album in uno studio professionale. Anticipo  che è un album di 9 tracce, che non esaurisce però il materiale già creato, sufficiente per diversi album.

5 Dove si può ascoltare la tua musica? 

Sul mio canale youtube si può vedere il videoclip “voglio di più”

Voglio di più

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Su facebook si possono seguire i miei progressi musicali

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