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Il Clan del Grifo dell’Agesci Partanna 1 sui luoghi del terremoto

Il Clan del Grifo dell’Agesci Partanna 1 sui luoghi del terremoto
02 febbraio
16:02 2018

VALLE DEL BELICE. Si è svolta nei giorni del 27 e del 28 gennaio, la route dei ragazzi del Clan e del Noviziato del Grifo che hanno ricordato la conversione del loro santo protettore, San Paolo. Il campo, rigorosamente mobile, è cominciato il pomeriggio del sabato, quando percorrendo a piedi la strada comunale Partanna-Corleone, meglio conosciuta come ex fondo-valle, i giovani scout, accompagnati dalla capo fuoco Betty Ciaravolo, coadiuvata dalla maestra dei novizi, Daniela Marchese e dall’aiuto-capo clan, Vitalba Scimonelli, nonché gentilmente “scortati” da una pattuglia della Polizia Municipale di Partanna, sono arrivati nella cittadina di Poggioreale dove hanno trovato alloggio in una struttura comunale, messa a disposizione dalla parrocchia locale. Lì, hanno avuto modo grazie al lavoro delle pattuglie “fede” e “temi”, di svolgere alcune attività preparate proprio da una parte dei ragazzi, che si sono occupati appunto, dei momenti atti a ricordare la figura del santo e dei temi su cui si è basta la route, ovvero la conversione; tema che però ha fatto da cornice a quello che è stato il principale: la ri-costruzione di se stessi e dei luoghi. Infatti a circa un paio di settimane dalle celebrazioni del 50º del terremoto del Belìce, a cui gli stessi scout avevano partecipato accogliendo il Presidente della Repubblica, che, nella giornata del 14 gennaio aveva aperto le manifestazioni nell’auditorium “Leggio” di Partanna, i Rover e le Scolte del Partanna 1, grazie al lavoro della pattuglia logistica che si è invece occupata dei percorsi e dell’organizzazione generale dell’evento, sono andati sui quei posti simbolo del tragico avvenimento del ‘68 e in quelli che invece hanno rappresentato la rinascita del territorio. Fulcro dell’uscita è stata infatti, la strada fatta durante la giornata della domenica, che ha portato il clan dapprima ai ruderi della vecchia città di Poggioreale, oggi divenuta sito visitabile grazie al lavoro continuo e costante dell’associazione “Poggioreale Antica”, e poi ai ruderi della vecchia Gibellina, rappresentati dall’opera dell’architetto Burri che prende il nome, appunto, di “Cretto di Burri”, dove si sono concluse le attività della Comunità R/S. – Un gesto doveroso -, dice la capo fuoco Betty Ciaravolo, quello di far conoscere ai ragazzi i luoghi che, ora, sono testimonianza viva della catastrofe che ha messo in ginocchio tutta la valle del Belìce. Perciò, conclude la Ciaravolo, – Il fare memoria, non è solo “ricordare”, ma essere attivi, presenti sul territorio, affinché quello che è successo in passato non venga mai dimenticato.

Michele Simplicio

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