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Diario delle mie letture, Partanna 17/04/2014

Diario delle mie letture, Partanna 17/04/2014
17 aprile
21:46 2014

Quest’anno ricorre il centenario dello scoppio della prima guerra mondiale, per l’esattezza il 31 luglio del 1914 la Germania dichiarava guerra alla Russia e alla Francia aprendo le drammatiche vicende che avranno come epilogo la morte di centinaia di migliaia di soldati nelle trincee. Esatto! La prima guerra mondiale fu una lunga e lenta guerra di trincea caratterizzata da uno snervante stillicidio di soldati come ricorda una bellissima poesia di Giuseppe Ungaretti: “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Ebbene il romanzo di cui voglio parlare oggi inizia proprio in una trincea dove due giovani soldati Albert e Edouard, “Era il 2 novembre 1918.Mancavano meno di dieci giorni alla fine della guerra” spinti dall’ambizione dell’oscuro tenente Pradelle tentano un disperato attacco al nemico che causerà inutili perdite proprio a pochi giorni della fine della guerra. L’ambiguo e abile Pradelle riesce però a volgere l’episodio in suo favore tanto da dare inizio ad una folgorante carriera che lo porterà a ricoprire importanti incarichi nell’amministrazione dello stato. Albert, giovane appartenente ad un’importante famiglia della ricca borghesia parigina, rimane gravemente ferito nell’assalto e viene salvato da Eduard che da quel momento in poi rimarrà legato al giovane amico.

Ci-rivediamo-lassuIl titolo originale dell’opera “Au revoir là-haut” (titolo italiano “Ci rivediamo lassù”) di Pierre Lemaitre racchiude il senso più profondo dell’opera che ha vinto l’anno scorso il Prix Goncourt, il più prestigioso premio letterario francese. L’autore sceglie il punto di vista del giovane Eduard per raccontare le vicende che seguiranno la fine della guerra, prima in un sanatorio poi nella capitale francese che ricorda il ventre di Parigi di Emile Zola. Pierre Lemaitre è un autore molto conosciuto in Francia, come scrittore di gialli e noir. Ha dunque sorpreso critica e lettori con questo splendido racconto a sfondo storico, dove non mancano i colpi di scena e dove tanti sono i riferimenti letterari che la piacevole lettura del romanzo porta alla mente, non ultimo Stendhal. Il vero protagonista è però il giovane Albert dotato del genio del disegno e della pittura, contrastato dal padre, decide con l’aiuto di Eduard di fingersi morto cambiando identità e di imbastire una colossale truffa ai danni di coloro che vogliono celebrare le vittime della guerra compreso il padre. Il rapporto conflittuale tra padre e figlio è uno dei temi centrali dell’opera, l’industriale parigino proprio come il protagonista della commedia di Terenzio “Il punitore di se stesso”, dopo aver spinto il figlio in guerra si pente e cerca in qualche modo di riscattarsi attraverso il culto di quella qualità che invece aveva bistrattato quando il giovane non era ancora partito per la guerra. Debbo dire una cosa, però, la campagna pubblicitaria che la Mondadori sta facendo sui mezzi della stampa e della televisione non rende giustizia al libro che si offre ad una lettura scorrevole, piacevole e avvincente. Ancora una volta gli intellettuali francesi si mostrano più attenti degli italiani alle questioni della storia e anche se è pur vero che l’Italia entrerà in guerra un anno dopo rispetto alla Francia, sarebbe utile ricordarsi le frasi di Alessandro Manzoni “Historia si può veramente definire una guerra illustre contro il Tempo, perchè togliendoli di mano gl’anni suoi prigionieri, anzi già fatti cadaueri, li richiama in vita, li passa in rassegna, e li schiera di nuovo in battaglia…” e fare anche noi come i Francesi un po’ di conti con il passato.

Vincenzo Piccione

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