Diario delle mie letture, Partanna 29/05/2014
Partanna …
Se c’è una cosa che mi fa amare la lettura più di ogni altra cosa è sicuramente la possibilità, con il semplice gesto di aprire un libro ed iniziare a leggere, di viaggiare, visitare attraverso il racconto dei narratori città, continenti, regioni che non hai mai visto, ma anche luoghi che ti sono molto familiari. Questa volta le mie letture mi hanno portato a Palermo. Qualcuno di voi dirà sicuramente – sai che viaggio! – Eppure Palermo è una città che nonostante il caos amo profondamente. Ho vissuto a Palermo per più di dieci anni, prima come studente universitario, poi come lavoratore fuorisede. Ho abitato in diversi quartieri della città, in genere nel centro storico in case che lasciavano un po’ a desiderare che conservavano bene i segni del tempo. Una cosa che spesso sorprende i viaggiatori moderni, visitando il centro storico, sono i resti dei bombardamenti che il 9 maggio del 1943 durante la seconda guerra mondiale distrussero la città di Palermo. L’evento fondamentale che fa da sfondo storico del romanzo di cui adesso vi parlerò è appunto il giorno tragico che scosse dalle fondamenta i palazzi della città che fa da spartiacque nelle vicende personali di personaggi dell’ultima opera della bravissima scrittrice siciliana Giuseppina Torregrossa intitolata “La miscela segreta di casa Olivares”. Come più frequentemente accade si tratta di una signora che di mestiere non fa lo scrittore ma il medico, ginecologo se la memoria non mi inganna, infatti di questi esempi ne potremmo fare altri, il chimico pisano Marco Malvaldi, Andrea Vitali anche lui medico e scrittore di numerosi best-sellers, e la giovane messinese Alessia Gazzola dottoressa specializzata in medicina legale.
La lettura, a differenza di un semplice viaggio, ha dei vantaggi che non si fermano al fatto di rimanere fermi in completo relax sulla poltrona di casa, infatti permette di compiere dei viaggi speciali che solo l’immaginazione, la fantasia, la memoria e la parola consentono di fare. Tra questi speciali viaggi c’è quello attraverso il tempo, il libro infatti, un buon libro, può trasformarsi in una sorta di macchina del tempo. Giuseppina Torregrossa ci porta in una Palermo poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, in un quartiere della città, Discesa dei giudici, che ha le caratteristiche quasi paesane che oggi la città ha perso. I protagonisti appartengono ad una famiglia della borghesia palermitana che porta avanti un’attività molto diffusa a Palermo, la torrefazione. E può capitare in certi passi del libro di provare la piacevole sensazione che si prova trovandosi a passare nelle vicinanze di una torrefazione dove l’intenso odore del caffè afferra le nostre narici e non le lascia più per molto tempo ancora. La famiglia Olivares è composta da diversi personaggi, innanzitutto il capofamiglia Roberto Olivares che nasconde gelosamente il segreto del suo successo commerciale e che la figlia alla morte del padre, avvenuta sotto i bombardamenti, tenterà di svelare. I personaggi femminili che hanno piena centralità nella storia hanno nomi di fiori a partire dalla madre Viola che pratica un’arte molto ricercata dalle donne e dagli uomini del quartiere la caffeomante, legge cioè, attraverso i fondi delle tazzine di caffè, il futuro. La figlia Genziana in un primo momento tenta di proseguire l’arte quasi magica della madre per poi scoprire che la sua piena realizzazione consiste nel proseguire con successo il mestiere del padre. Una serie di altri personaggi secondari costella le vicende della famiglia Olivares, uomini e donne, ma sono soprattutto queste ultime a giocare un ruolo fondamentale nelle vicende narrate come la sarta sedotta e abbandonata da un soldato americano durante il periodo dell’occupazione che le ha promesso l’America che invece gli ha lasciato un figlio da crescere senza un padre. Il tema del riscatto al femminile è centrale nel romanzo, assieme alla forza delle donne siciliane che anche nei periodi storici dove non era nemmeno immaginabile l’emancipazione femminile o le pari opportunità si è fatta sentire. Il romanzo si legge facilmente e non mancano brani di bravura letteraria come il racconto drammatico dei già citati bombardamenti, il giorno del referendum monarchia-repubblica o la visita dei mercati palermitani che sembrano un palese tributo ad uno dei quadri più belli di Guttuso, “La Vucceria”. Devo essere sincero, i precedenti lavori di questa splendida scrittrice palermitana non mi avevano appassionato anche se temi e personaggi legati alla nostra terra meritano attenzione. Il suggerimento per non farsi influenzare è sgomberare dalla mente i grandi modelli della narrativa nostrana, Pirandello, Verga, Sciascia o Camilleri e scoprire che è possibile una scrittura siciliana al femminile.
Vincenzo Piccione