Partanna, sette cani reimmessi sul territorio. Il Comune: “Randagi? Dopo le catture adottiamoli”


PARTANNA. Sono 7 i cani riammessi sul territorio comunale. Gli animali che sono stati abbandonati in città, sono stati trasportati al canile sanitario di Contrada Raffe dove oltre ad avere ricevuto una visita e delle cure sono stati sterilizzati. Così come prevede la legge regionale del 2000, gli amici a quattro zampe, 6 femmine e un maschio, sono stati reimmessi sul territorio e sono stati iscritti all’anagrafe comunale con i nomi Dolly, Laida, Benita, Carlo, Simona, Rosetta, Torina e sono di indole mite e perfettamente compatibili nel contesto urbano nel quale vivono.
La re immissione sul territorio fa si che gli animali non siano costretti a vivere nello spazio ristretto di un canile, inoltre la sterilizzazione rende gli animali siano più docili e quindi meno pericolosi per l’uomo e soprattutto impedisce la riproduzione e quindi il reiterarsi del problema del randagismo, un problema che continua ad affligge da anni la città. Alcuni cuccioli a marzo erano stati abbandonati davanti il canile comunale ma all’arrivo dell’operatore erano già morti. Un episodio quest’ultimo che manifesta un problema etico che dovrebbe portare i cittadini a dire basta e mettere in campo sterilizzazioni e buona volontà per trovare con le Istituzioni interessate delle soluzioni condivise e oggettivamente praticabili.
Nelle scorse settimane il Comune di Partanna, tramite la pagina fb ha lanciato la campagna “RANDAGISMO: DOPO LE CATTURE? ADOTTIAMOLI” invitando tutti coloro che amano gli animali ad adottare gli amici a 4 zampa. “L’adozione ne evita – si legge nel post – la cattura periodica, avremo così un cane in meno per strada e diminuirà il costo di ciascuno di essi a carico della collettività”. Uccidere un cane oggi più che mai manifesta un inequivocabile atteggiamento di arretratezza culturale e di sprezzo verso gli animali che diventano doppiamente vittime dell’uomo prima con l’abbandono e dopo con la morte che spesso avviene tra atroci sofferenze, come nel caso delle polpette avvelenate.

Nata a Salemi, giornalista, ha studiato scienze politiche e delle relazioni internazionali. Crede nel giornalismo d’inchiesta e a quello di strada tra le persone e per le persone. Collabora con “Belice c’è” e ha fondato una rivista sull’eterno femminino. È stata corrispondente del Giornale di Sicilia e ha collaborato con Telejato e Report. Ama la politica, la natura e andare oltre le apparenze.