Santa Ninfa verso la stabilizzazione di tutti i precari
Il Piano che ha ricevuto il «via libera» da parte di sindaco e assessori, ha sfruttato le possibilità offerte dal recente decreto del ministro della Pubblica amministrazione Madia, trasformando quelle che tecnicamente si definiscono «capacità assunzionali flessibili» in «capacità strutturali». Fuori dai tecnicismi, i pensionamenti del prossimo triennio (in totale saranno dodici i dipendenti che andranno a riposo tra il 2018 e il 2020), libereranno risorse assunzionali per oltre 300mila euro. Risorse che consentiranno la conversione a tempo indeterminato dei contratti di tutti i 37 lavoratori socialmente utili in servizio nell’ente.
L’innovativa delibera approvata dalla Giunta – destinata a fare scuola, dal momento che è la prima in provincia di questo tipo – prevede anche la stabilizzazione dei cosiddetti «Asu» (percepiscono un assegno di sussidio per attività socialmente utili): sfruttando infatti una recente legge regionale (la numero 8 del maggio 2017), che prevede la concessione, da parte della Regione, di contributi quinquennali pari alla misura dell’assegno garantito a questi lavoratori, i 18 «Asu» saranno stabilizzati a diciotto ore, contro le dodici che attualmente svolgono.
Soddisfazione, dopo l’adozione del provvedimento, ha espresso l’intero esecutivo, che ha ritenuto di avviare un processo che, come spiega il sindaco Lombardino, «potrà dare una seria prospettiva e finalmente una stabilità economica ai lavoratori precari che per decenni sono stati mantenuti in una condizione di incertezza». Lombardino ricorda che quello della stabilizzazione dei precari era uno dei primi punti del programma amministrativo con il quale la coalizione che lo sostiene vinse le elezioni nel 2013: «L’avevamo messo nero su bianco nel programma, prendendo così l’impegno che, compatibilmente con le norme in materia e le risorse finanziarie disponibili, avremmo stabilizzato i precari. Mentre altri magari pontificano, noi concretamente lavoriamo».
L’operazione è stata possibile perché il Comune è finanziariamente virtuoso e non si trova in una condizione di «rigidità strutturale», dal momento che la spesa per il personale è il 45 per cento del complesso della spesa corrente, abbondantemente sotto, quindi, la soglia critica del 50 per cento.
Nata a Salemi, giornalista, ha studiato scienze politiche e delle relazioni internazionali. Crede nel giornalismo d’inchiesta e a quello di strada tra le persone e per le persone. Collabora con “Belice c’è” e ha fondato una rivista sull’eterno femminino. È stata corrispondente del Giornale di Sicilia e ha collaborato con Telejato e Report. Ama la politica, la natura e andare oltre le apparenze.