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Maxi sequestro da 25 milioni di euro all’imprenditore trapanese Vito Tarantolo

Maxi sequestro da 25 milioni di euro all’imprenditore trapanese Vito Tarantolo
27 settembre
10:05 2012

Finisce sotto sequestro l’impero economico dell’imprenditore edile originario di Gibellina Vito Tarantolo. Le indagini, condotte in maniera certosina dagli agenti della Divisione anticrimine della questura, guidati da Giuseppe Linares, dal 1996 ad oggi, hanno portato alla confisca del patrimonio per un valore di circa 25 milioni di euro.

Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Trapani. Diverse sono le accuse mosse nei confronti del Tarantolo: dall’occulta società con soggetti organici alla mafia, alla pilotata aggiudicazione degli appalti fino alla decisiva “copertura” di Cosa Nostra per condivise, lucrose iniziative economiche, quasi tutto lo spettro della normativa antimafia in materia di misure di prevenzione personali e patrimoniali si cucirebbe addosso alla figura di Tarantolo, espressione della vocazione imprenditoriale di Cosa Nostra a Trapani.

Nel 2007, in occasione della cattura dei capimafia palermitani Salvatore e Sandro Lo Piccolo, furono trovati dei pizzini scritti da Matteo Messina Denaro in cui si faceva riferimento a Tarantolo. Era lui l’uomo scelto per aggiudicarsi la costruzione della rete di recinzione dell’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo.

All’imprenditore sono stati sequestrati  anche 82 beni immobili, macchine di lusso e furgoni,  conti correnti bancari e diverse società.

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