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Cobas/Codir: “Oggi all’Aran l’ennesima farsa”

Cobas/Codir: “Oggi all’Aran l’ennesima farsa”
01 ottobre
21:43 2015

Oggi all’Aran è andata in scena l’ennesima farsa a beneficio della propaganda e della demagogia. Malgrado le premesse, il Cobas/Codir si è, responsabilmente, presentato oggi all’appuntamento per cercare di definire l’accordo sulla mobilità secondo criteri certi e uguali per tutti.

Nonostante, però, una piccola limatura apportata alla vecchia ipotesi di accordo (non si parla più di assegnazione temporanea e c’è una precisazione relativamente a trasferimenti nominativi), il Cobas/Codir ha ritenuto che nella nuova stesura manchino ancora regole certe che possano garantire la trasparenza ed evitare abusi e clientelismi tanto cari alla politica siciliana.

Anche nella bozza presentata oggi il titolo di studio che, per esempio, non assume alcuna rilevanza ai fini di carriera o ai fini di eventuali riscatti (vista l’enorme sperequazione del suo costo di riscatto tra comparto e dirigenza), verrebbe incredibilmente utilizzato come parametro “preferenziale” ai fine del trasferimento.

Resterebbe, inoltre, la possibilità d’individuazione nominativa dei dipendenti da trasferire e resterebbero i 50 km di distanza (di sola andata) entro cui potere trasferire il personale senza tenere in alcun conto la specificità della Sicilia che ha un sistema di trasporto pubblico carente, con il trasporto ferroviario praticamente inesistente e viario messo in crisi da continui crolli, frane e dalla mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria.

La nuova ipotesi di accordo, presentata oggi sembra, per certi versi, addirittura peggiorativa rispetto a quella precedente. Manca, infatti, la tutela per i colleghi destinatari della L. 104/92, per i genitori di figli di età inferiore a tre anni e per i malati affetti da patologie oncologiche conclamate!

Manca, infine, quello che dovrebbe essere il principio fondante alla base della mobilità e della redistribuzione del personale: la rilevazione e la programmazione dei fabbisogni da parte di ciascun Dirigente Generale che renda razionali e non schizofrenici i trasferimenti.

Alla luce di tutte le considerazioni sin qui esposte il Cobas/Codir ha ritenuto irricevibile questa ipotesi e ha evidenziato la necessità che la politica accantoni forzature che non servono al buon andamento dell’amministrazione ma solo alle esigenze del politico di turno.

Auspichiamo, pertanto, che il governo regionale dia cittadinanza a un progetto di rifondazione della Regione in cui diritti e regole siano finalmente uguali per tutti e stiano alla base di un progetto di rilancio condivisibile. Sempre che l’assessore regionale non voglia assumersi da solo la responsabilità di portare avanti un progetto non condiviso dalle parti sociali e in cui la Regione farebbe passi indietro in tema di trasparenza, d’imparzialità e di legittimità nell’agire.

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