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Sicilia, pubblico impiego: inizia la “pantomima” della riforma Madia

Sicilia, pubblico impiego: inizia la “pantomima” della riforma Madia
28 luglio
10:24 2016

Dura ormai da troppo tempo l’attacco ai diritti dei lavoratori in Italia. Negli ultimi cinque anni, con una accelerazione mai vista prima, il governo Monti e gli altri a seguire, nel nome del “risanamento”, della “spending review” e della “razionalizzazione dei servizi” hanno letteralmente fatto a pezzi quel che restava di una legislazione del lavoro avanzata e moderna per salvaguardare interamente i privilegi della politica e gli interessi delle lobbies di potere.

L’inqualificabile “legge Fornero”, la mortificazione dello Statuto dei Lavoratori, le riforme del “mercato del lavoro”, ben lontane dal creare nuova occupazione, hanno solo precarizzato anche quel poco di non precario che restava: cioè il contratto a tempo indeterminato. Sono stati colpi di maglio allo Stato Sociale, che nessuno vuole e che nessun cittadino ha votato, che hanno fatto regredire il Paese in una giungla dei diritti tipico del modello statunitense liberista e antisindacale cui ormai fa riferimento apertamente questo Governo autodefinitosi “di sinistra”.

L’ideologia liberista messa in campo da questi burattini senza fili, che ci sono stati imposti al governo, è stata intelligente in questo, usando il “divide et impera” per mettere tutti contro tutti: i lavoratori contro i giovani disoccupati, i pensionati contro i lavoratori, i piccoli lavoratori privati contro i lavoratori dipendenti e i lavoratori dipendenti del settore privato contro i lavoratori dipendenti del settore pubblico.

Questa “guerra tra poveri” ha solo avvantaggiato massoni, banchieri, finanzieri, speculatori, industriali senza scrupoli che hanno potuto delocalizzare, con la copertura della politica, i loro capitali e i loro interessi laddove la manodopera è ridotta in schiavitù e senza diritti (Fiat in primis).

A chi sottovalutasse ancora gli effetti di queste verità, tra i lavoratori pubblici, va ricordato che la riforma del Pubblico impiego della “tanto gentil e tanto onesta pare” ministra Madia, che taluni sindacati piuttosto silenti si apprestano a discutere a Roma, prevedrebbe, tra le altre cose, espressamente il licenziamento dei dipendenti pubblici dopo due anni dalla dichiarazione di “esubero. Finalmente i lavoratori pubblici saranno, quindi, merce come i lavoratori privati. Finalmente si completerà la trasformazione totale del diritto del lavoro in diritto del più forte. E tutti saranno felici perché così, invece che allargare i diritti sociali ai dipendenti privati, si tolgono ai dipendenti pubblici che hanno “il peccato originale” di avere vinto regolari concorsi pubblici.

Fermiamo, quindi, questo Mr. Bean all’italiana e tutti i suoi proconsoli siciliani, blocchiamo chi ci sta portando nell’abisso, fermiamo la contro-riforma, ripristiniamo l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, impediamo le delocalizzazioni, allarghiamo i diritti sindacali a precari e senza lavoro, garantiamo la protezione delle fasce più deboli, investiamo nelle infrastrutture e nello sviluppo specie del meridione d’Italia per rilanciare l’economia del territorio e del paese, riportiamo all’unità i lavoratori nelle loro battaglie di dignità e di progresso umano e sociale: sono queste le battaglie che vanno sostenute da parte degli italiani e dei siciliani che hanno a cuore il futuro loro e dei loro figli.

Il COBAS/CODIR farà la sua parte, per rappresentare la volontà dei propri iscritti, e sarà in prima linea, con ogni mezzo, nella battaglia contro questa politica di Renzi e dei suoi lacchè per il ripristino dei diritti, di una dignità economica e giuridica e per dire NO ad ogni violazione della Costituzione e della nostra Autonomia. E’ una doverosa battaglia, ancor prima che sindacale, di civiltà.       

Testo integrale

Cobas/Codir                                                

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