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Ha goduto dell’appoggio di influenti membri della Mafia. Ombre su Savalle

Ha goduto dell’appoggio di influenti membri della Mafia. Ombre su Savalle
02 agosto
12:40 2018
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Comunicato Stampa – Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo ed il R.O.S. dei Carabinieri hanno dato esecuzione, in un’operazione congiunta coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo, ad un provvedimento di sequestro, emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Penale e Misure di Prevenzione, nei confronti di SAVALLE Giovanni, esperto fiscale-tributario ed imprenditore operante nel settore alberghiero ed immobiliare.

L’imprenditore, al quale sono stati sequestrati una pluralità di beni (quote o intero capitale sociale delle società, complesso dei beni aziendali, beni immobili e mobili registrati, rapporti bancari e finanziari anche esteri) nella disponibilità anche dei suoi più stretti familiari, per un valore complessivo superiore ai 60 milioni di euro, alla luce delle indagini svolte è risultato essere contiguo ad esponenti del mandamento mafioso di Castelvetrano (TP) inseriti nel circuito di favoreggiamento del latitante Matteo MESSINA DENARO.

Tali rapporti hanno consentito, nel tempo, alle imprese di SAVALLE Giovanni di assumere rilevanti dimensioni nel tessuto economico della provincia di Trapani.
E’ evidente infatti che lo stesso, nell’ambito della sua crescita imprenditoriale, ha goduto dell’appoggio e della “vicinanza” di influenti membri dell’associazione mafiosa quali GUTTADAURO Filippo (cognato di Matteo MESSINA DENARO) e CASCIO Rosario, rispettivamente già reggenti del mandamento di Castelvetrano il primo e della storica famiglia di Partanna il secondo, nonché di personaggi quali BECCHINA Giovanni Franco, BELLOMO Girolamo, RISALVATO Giovanni e GRIGOLI Giuseppe, accumulando così un enorme patrimonio personale solo formalmente lecito.
La pericolosità sociale del SAVALLE è riscontrabile sia in numerosi procedimenti penali nel settore tributario (relativi a dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, mancato pagamento di imposte etc.) e nel settore fallimentare (bancarotta fraudolenta), sia in alcuni filoni di indagini condotte dal R.O.S. nell’ambito della ricerca del noto latitante castelvetranese.

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