Sicilia, il Tar sospende la caccia. Accolto il ricorso degli ambientalisti


Non c’eravamo sbagliati quando il 19 agosto, sottoponevamo ai lettori le anomalie legate all’attività venatoria e al suo anticipo al primo settembre. Una decisione, quella del governo regionale che aveva messo sul piede di guerra ambientalisti e associazioni che si occupano di flora e fauna che ritenendo la decisione dell’Assessore regionale, in contrasto con le direttive dell’unione europea. Dopo qualche mese il Tar Palermo ha accolto il ricorso presentato da Legambiente Sicilia, Lipu e Wwf contro il calendario venatorio 2018/2019 emanato ad agosto dall’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera in contrasto con il parere dell’Ispra disatteso immotivatamente dalla Regione.
Nell’ordinanaza del tar si legge che viene reputata illegittima sia la preapertura dell’1 settembre con conseguente chiusura della caccia sino al 1 ottobre per gli uccelli e la piccola selvaggina, sia la prosecuzione dell’attività venatoria nel mese di febbraio 2019. Inoltre è stabilita la chiusura della caccia al coniglio per l’intera stagione.
Ricordiamo che nei giorni scorsi, a Mazara del vallo, dei cacciatori hanno ucciso uno degli ultimi esemplari di Capovaccaio. “Purtroppo è noto – afferma su Blogsicilia, l’ornitologo Guido Ceccolini – che la Sicilia occidentale rappresenta per i rapaci migratori e per l’avifauna in genere una sorta di gigantesco “buco nero” nel quale vengono inghiottiti ogni anno innumerevoli uccelli a causa di un bracconaggio intenso e diffuso
Il Tar Palermo nel richiamare la giurisprudenza del Consiglio di Stato sul rispetto del parere dell’Ispra e per la prima volta anche quella della Corte dei conti sul danno erariale conseguente all’illegittimo prelievo venatorio di fauna selvatica (patrimonio indisponibile dello Stato), ha inoltre evidenziato la mancanza di dati scientifici aggiornati in base ai quali la Regione avrebbe dovuto disciplinare la caccia in Sicilia.