Siracusa: stop cemento al Foro Italico
“Abbiamo richiesto pubblicamente alle amministrazioni interessate, Comune di Siracusa e Capitaneria di Porto, informazioni più accurate sul progetto di rifacimento della banchina del Foro Italico, per capire alcune questioni fondamentali in merito alle opere in corso. Ad oltre un mese dall’inizio lavori, non è dato alla cittadinanza di conoscere nelle forme più elementari di legge, gli elementi essenziali che consentano una compiuta conoscenza della scelta progettuale in corso di esecuzione. Riteniamo grave che, di fronte a lavori così invasivi ed iniziati incredibilmente nel cuore della stagione estiva, le Amministrazioni di competenza non abbiano avvertito e non avvertano l’esigenza di chiarire modalità e sopratutto motivazioni progettuali di essi. Quel che è certo è che si è ricostruito l’ignobile muro di cemento nel luogo più bello e significativo della città, senza certezza sui tempi dei lavori, sulle motivazioni e l’utilità autentica degli stessi”.
Lo dichiarano il coordinatore Nazionale Green Italia Fabio Granata, Enzo Maiorca, il Presidente Regionale Italia Nostra Leandro Janni, Corrado Giuliano di Legambiente, il coordinatore Cittadino dei Verdi Peppe Patti, e il dirigente regionale dei Verdi e di Green Italia Paolo Pantano.
“Si è chiesto fin dall’inizio dei lavori – continuano – che la Ditta esecutrice delle opere indichi, come prescrive la legge, progettista, importo dell’opera, numero di autorizzazione e concessione demaniale, data inizio e fine lavori, indicazione degli atti autorizzativi per l’esecuzione: tutte informazioni che avrebbero consentito l’accesso del cittadino a più approfondite notizie sull’opera. Vogliamo sapere a cosa servono migliaia di tonnellate di cemento in mare (in spregio ai due vincoli archeologici e paesaggistici vigenti) nel cuore dell’identità storica e paesaggistica cittadina. E’ vero che così si vuole aumentare il “pescaggio” e anziché scavare (e quindi iniziare finalmente introspezioni e ricerche archeologiche in uno degli scenari più prestigiosi della storia mediterranea) si sposta la linea d’attracco? E di quanti metri aumenta con questa assurda e costosissima operazione il fondale? E se aumenta, servirà a fare attraccare grandi navi, ostruendo definitivamente in maniera vergognosa e in “stile veneziano” il paesaggio unico al mondo del Foro Italico e del Porto monumentale? Cosa ne sarà là poi del progetto del Porto turistico per 800 imbarcazioni bloccato dall’arresto di Caltagirone, i cui lavori hanno sostanzialmente abbandonato nel degrado quella parte del porto? E’ possibile porre questi interrogativi ed avere risposte trasparenti senza essere accusati di volere “fermare il progresso e lo sviluppo turistico della città”? Riteniamo che questa, come tante opere incomplete e discusse della città, possa essere l’occasione per settare una nuova carica comunicativa per l’amministrazione comunale, perché colga l’occasione per chiarire alla città e con la città il progetto e la finalità/utilità di nuove opere in corso. Siamo in attesa di risposte insieme a quanti cittadini si domandano i motivi e le ragioni di tali opere, che per la loro mole e la loro incomunicabilità con la città evocano devastazioni antiche e moderne per il territorio, la città e le sue risorse di bellezza”.