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Gibellina: le considerazioni del consigliere De Simone sulla bocciatura del Bilancio di Precisione 2014

Gibellina: le considerazioni del consigliere De Simone sulla bocciatura del Bilancio di Precisione 2014
23 gennaio
18:15 2015

Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni politiche del consigliere comunale Gioacchino De Simone di Officina 146 . Daremo spazio ad eventuali repliche che saranno inviate da altre forze politiche:

Dura lex, sed lex, anzi no. Fatta la legge trovato l’inganno.

Il Consiglio Comunale di Gibellina boccia il Bilancio di Precisione 2014.

E adesso che succede?

La letteratura latina, fondamento della nostra cultura, ci ha tramandato alcune espressioni che riassumono in pochissime parole, in modo conciso e chiaro, ragionamenti molto più ampi e complessi. Nessun italiano può equivocare la massima giuridica “dura lex, sed lex”: la legge va rispettata, anche quando è rigida e rigorosa.

La Sicilia però è terra di Empedocle, padre della retorica, dell’arte del discorso a sostegno del relativismo della ragione: la verità non esiste, è sempre relativa, esistono diverse opinioni, le quali, proprio perché soggettive, finiscono per essere tutte valide. Alla franchezza delle locuzioni latine i sofisti hanno aggiunto un pensiero più articolato, più sofisticato, appunto. Noi siciliani, nati dalla sintesi tra le due culture, se da un lato ci sentiamo latinamente “ligi al dovere”, dall’altro, a causa del sangue greco che ci scorre nelle vene, amiamo l’arte del divagare, del discutere e, paradossalmente, preferiamo optare per altri principi: “fatta la liggi, truvamu lu ngannu”.

Quello che negli ultimi mesi è successo al Comune di Gibellina supera ogni riferimento storico: nel labirinto intricato delle norme nazionali e regionali, con le leggi più restrittive e condizionanti che la storia italiana ricordi, il Comune di Gibellina ha preferito operare in regime di nonchalance, in applicazione del sicilianissimo (francesissimo) principio del lavorare alla sans façon (la pronuncia è a la sanfasò).

Proviamo a mettere un po’ d’ordine, per capire bene… analizziamo i fatti senza girarci attorno.

La Legge italiana dice che il Bilancio di Previsione, strumento di programmazione economica e politica di un Comune, serve a individuare le somme che un Comune potrà spendere nell’anno successivo. Il Bilancio viene approvato prima dalla Giunta e poi dal Consiglio Comunale. È logico pensare che il Bilancio, proprio perché di previsione, venga approvato prima che cominci l’anno e cioè, per il 2014, entro il 31 dicembre 2013. Dura lex, sed lex.

Nell’Italia del Milleproroghe i Comuni incapaci di programmare o semplicemente distratti possono prendersela comoda: possono approvare il Bilancio entro il 30 settembre. Non esiste una sola verità, tutto è relativo.

Ma a Gibellina, con grande nonchalance, si è preferito prendere tempo e percorrere un’altra strada: “tempu veni, nnirizzu porta”. La Giunta presieduta dal Sindaco Fontana ha continuato a spendere e spandere per quasi un anno e approvare il Bilancio di Previsione 2014 il 22 dicembre 2014, con 356 giorni di ritardo, programmando la spesa per gli ultimi 9 giorni dell’anno… alla sans façon.

A complicare la situazione ci si è messa la munnizza. Come previsto dalla legge, la Giunta Comunale ha l’obbligo di approvare la TARI entro il termine di approvazione del Bilancio di Previsione e, quindi, entro il 30 settembre. Gli uffici hanno preparato le carte col solito ritardo e il Sindaco e la Giunta le hanno approvate il 19 novembre, con 2 mesi di ritardo.

Il risultato è un buco in bilancio di 750.000 euro visto che, verosimilmente, i cittadini non pagheranno una tassa determinata contro legge. La colpa? A quanto pare sarebbe del ragioniere Capo che si è beccato un provvedimento disciplinare per la mancata predisposizione degli atti.

A questo punto, siamo a dicembre 2014, la situazione economica del Comune è gravissima: il Comune rischia il fallimento, i lavoratori precari rischiano il posto, e le tasse rischiano di arrivare alle stelle. La Regione Siciliana non ci vede chiaro e manda il Commissario. La patata bollente finalmente passa nelle mani del Consiglio Comunale.

Il 22 dicembre, mentre tutti pensano ai regali di Natale e al cenone di Capodanno, si apre la seduta di Consiglio Comunale più lunga della storia della città: tra sospensioni e aggiornamenti, la seduta è durata 29 giorni consecutivi. Nel tentativo di salvare il salvabile, il Consiglio Comunale al completo, maggioranza e opposizione, ha chiesto al Sindaco un atto di responsabilità: la creazione di un fondo Salva Gibellina con i soldi non spesi nel 2014 e, per evitare il dissesto, un piano di risparmi per il 2015.

“Manco per idea”, la risposta del Sindaco, “basta che i cittadini paghino la munnizza e tutto si sistemerà.” Il 20 gennaio 2015 il banco è saltato, il Consiglio ha bocciato il Bilancio di Previsione 2014 e lo ha rispedito al mittente con 8 voti contrari, quelli dell’opposizione, e 4 astenuti, i fedelissimi del Sindaco.

E adesso che succede?

Tutto è relativo, verrebbe da pensare. Il Commissario inviato della Regione ha tre strade da percorrere: quella latina prevede che si sostituisca al Consiglio Comunale, analizzi la situazione, verifichi le responsabilità e agisca nel rispetto delle norme rispedendo il Bilancio in Giunta; quella sofisticata vuole che conceda a Giunta e Consiglio Comunale ulteriori termini per ripianare i probabili debiti; infine può sostituirsi al Consiglio Comunale e approvare il Bilancio ricordandosi di essere siciliano, preferendo cioè comportarsi come si fa da queste parti, piegarsi per evitare di contrapporsi al fiume in piena, come lu juncu mentri passa la china.

Di sicuro c’è che si avvicina la campagna elettorale per le Elezioni Amministrative 2015: in ballo c’è l’elezione della squadra che guiderà la città per i prossimi cinque anni. Sono già partite le contrattazioni, si è aperto il mercato delle candidature, è iniziato lo scambio di offerte tra elettori e candidati per conquistare una poltrona al Palazzo di città.

A noi piace affidarci agli antichi chiedendo alla sapienza latina un consiglio da girare agli elettori gibellinesi. Caveat emptor, dicevano: “stia in guardia il compratore”, “stia attento l’elettore”, si guardi bene dall’eleggere venditori di fumo e commercianti di promesse come ha fatto in passato.

Abbia, l’elettore, la massima diligenza nello scegliere chi lo rappresenterà, come un acquirente che si accerti di cosa sta acquistando per evitare, come è successo in passato, di prendere un pacco!!!

Gioacchino De Simone

 

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