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Diario delle mie letture, Partanna 06/05/2015

Diario delle mie letture, Partanna 06/05/2015
06 maggio
21:43 2015
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giostra degli scambi camilleriPartanna…

Ho da pochi minuti finito di leggere l’ultimo libro di Andrea Camilleri pubblicato di recente dalla casa editrice Sellerio, è infatti uscito nelle librerie italiane il 30 aprile, ed ho sentito l’impellente impulso di scrivere di getto la recensione. Confesso, l’ho già accennato altre volte, soffro di una grave dipendenza dai libri di Camilleri, ogni volta che sugli scaffali delle librerie arrivano i nuovi libri dello scrittore siciliano, li acquisto subito per leggerli velocemente per vedere cosa succede, se Andrea Camilleri ci ha riservato qualche sorpresa. Debbo dire con sincerità che anche questa volta di sorprese ce ne sono state poche, anzi la saga di Montalbano comincia ad assomigliare ad una telenovela che ti piace proprio perché ritrovi i personaggi che hai sempre amato, magari un po’ invecchiati proprio come succede al commissario Montalbano in quest’ultima indagine, ingarbugliata in una serie di scambi di persone, come il titolo del libro suggerisce, “La giostra degli scambi“. Questa volta, lo scrittore siciliano ci avvisa tramite una nota, posta alla fine del libro, che non ha preso spunto da un fatto di cronaca, come è solito fare per i libri di Montalbano, ma ha inventato la vicenda di sana pianta. Una serie di vicende legate a misteriosi sequestri di giovani donne mettono in seria difficoltà il commissario vigatese che, ancora una volta, deve ricorrere ad alcuni stratagemmi per venire a capo dell’indagine. Ad aiutarlo come sempre gli intramontabili Mimì Augello, Fazio, Galluzzo e l’incredibile Catarella. Pezzo forte come sempre è l’incipit del libro che non sto qui a raccontarvi per non rovinarvi la lettura e che tuttavia presenta caratteristiche simili ad altri incipit dei libri della serie Montalbano. E allora sono stato costretto a chiedermi perché il lettore accanito di Camilleri e in particolare delle avventure di Montalbano si ostina nel perpetuare un errore che se da un lato ti da il piacere di riprovare lo stesso identico sapore in bocca ti ha tolto la possibilità di impiegare lo stesso tempo in avventure e storie completamente nuove? Ci ho pensato varie volte mentre leggevo il libro, poi come una specie di illuminazione, mi sono accorto che parlavo come Camilleri, anzi come Salvo Montalbano. Ma può essere? Succede quando uno legge un libro che la lingua e lo stile lo influenzino, è questo uno dei valori assoluti della scrittura. Ma, non so come dire, la spiegazione sembrava semplice e allora, alla maniera di Salvo, mi sono spostato in terrazza e, pur vivendo a Partanna a quasi dieci chilometri dal mare, a volte il mare sembra sia sotto casa, come in questi giorni di bel tempo. Il mare ti fa riflettere, al commissario Montalbano, che ormai per la sua età non può fare una salutare nuotata, fa scorrere il lume dell’ingegno e scoprire i lati nascosti delle storie ingarbugliate che gli tocca risolvere. Allora anch’io ho provato, arrivando a due considerazioni sulla lingua di Camilleri che possono a mio modesto avviso risultare interessanti. Andrea Camilleri e la sua lingua mista di siciliano e italiano propongono un modello interessante di soluzione linguistica romanzesca, trasformare il sermo vulgaris del siciliano medio in lingua letteraria. Ma il grande scrittore siciliano non si limita a questo, lo dimostra un lessico ricco di termini del siciliano moderno ma alla maniera di grandi scrittori, come Cesare e Cicerone, ha tentato ogni volta di arricchire la lingua dei suoi personaggi con vocaboli arcaici, non più facilmente utilizzati nella lingua dialettale parlata. In conclusione, le storie di Camilleri saranno pure in parte strutturate secondo canovacci standard che solo variano di poco ogni volta ma hanno il grande pregio di aver trasformato il siciliano moderno in lingua letteraria di tutto rispetto. Vi pare poca cosa?

Vincenzo Piccione

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