Diario delle mie letture, Partanna 26/10/2015
Partanna …
È ormai diventata una consuetudine, ogni nuova stagione editoriale un nuovo libro di Michele Serra che ,è giusto ricordarlo, un paio di anni fa ha vinto il premio Strega con “Gli sdraiati”. Questo nuovo testo, intitolato “Ognuno potrebbe” (nella foto a destra la copertina del libro), pubblicato come gli altri suoi libri dalla casa editrice Feltrinelli, ha per protagonista un trentenne sulla soglia dei 40, che vive una condizione di profonda crisi come spesso capita ai giovani adulti di questi tempi, che poi non sono più tanto giovani e che si ritrovano a vivere una condizione di eterni precari con uno stipendio misero e a fare un lavoro assurdo. Il protagonista del libro è un ricercatore universitario che ha ricevuto una borsa di studio di due anni a ottocento euro al mese per studiare in maniera antropologica il comportamento dei giocatori di calcio quando fanno goal. Ha una fidanzata che digita continuamente sul suo smartphone, una madre vedova che vive assieme alla sua ex professoressa di lettere. Il padre ormai morto gli ha lasciato in eredità un grande capannone che invano tenta di vendere. Ora, prima di proseguire, vorrei precisare che Michele Serra è uno dei giornalisti che più amo, scrive da anni su Repubblica una rubrica illuminante, “l’amaca”, in cui ogni giorno con poche parole riesce a svelare il senso di vicende importanti o marginali di questo nostro mondo che si presenta di ora in ora sempre più strampalato. Questo è il Michele Serra che preferisco, poiché, anche se ho letto il suo ultimo libro in maniera scorrevole e la sua lettura in certi passaggi è risultata piacevole, nel complesso non mi ha convinto. Per me letteratura è fiction, mentre in questo libro l’autore vuole fare anche altro, uno scavo sul senso strano dei nostri tempi in profonda crisi. Per questo motivo trama e personaggi sono appena tracciati e la storia non dipana un vero racconto. Tuttavia è nella parte finale che il libro sembra prendere vita assieme ai pensieri del personaggio che bene interpreta la difficoltà che stiamo vivendo negli ultimi anni di crisi economica e di cambiamenti nel modo di comunicare dei giovani a causa dell’invasione delle tecnologie. Michele Serra in ogni caso si mostra come sempre un mago delle parole inserendo nel libro dei neologismi come la parola egofono per indicare lo smartphone contro cui il protagonista più volte nel racconto della sua quotidianità si scaglia . L’incapacità di vivere del protagonista è bene riassunta dalla citazione iniziale del libro che riporta una frase di Fedez: “Nulla ti gira intorno se giri attorno a te stesso”.
Vincenzo Piccione