Palermo: inagurata “Impronte” di Fabio Costanzo e Maria Rosaria Piazza
E’ stata inaugurata a Palermo “Impronte” una mostra progettata dallo Studio 4e di Fabio Costanzo e Maria Rosaria Piazza (nella foto sopra) e realizzata all’interno degli spazi del proprio studio di architettura sito in Piazza Sant’Oliva nell’ambito dell’iniziativa “I-design 2015” curata da Daniela Brignone. “Impronte” è il frutto di una ricerca sul processo creativo e sui mutamenti avvenuti nell’era digitale, che hanno prodotto modifiche negli stili di vita, innescando cambiamenti rivoluzionari nel mondo del design. L’allestimento propone una riflessione incentrata sulla mutata condizione del rapporto tra l’uomo e il suo ambiente nell’era del web attraverso una ricerca imperniata sul processo creativo e sui mutamenti avvenuti nell’era digitale all’interno di un universo provvisorio e complesso. “L’oggetto nel passato era un estratto della natura, oggi è un elaborato culturale frutto di processi creativi e di tecniche sperimentate, affinate dall’uomo nel tempo – affermano Maria Rosaria Piazza e Fabio Costanzo artefici dell’iniziativa -. La nostra storia è l’impronta che deve generare nuove prospettive per il futuro, in quanto non esiste tecnica se non c’è tradizione e non può esserci sviluppo senza cultura e senza memoria da designer, come anche da artigiani o da fruitori, siamo attenti alla qualità dei prodotti, ma la percezione della qualità è legata sempre più ad una promessa piuttosto che al suo reale valore ci chiediamo, se esistono per ognuno di noi oggetti o luoghi che possiamo ancora definire essenziali, che abbiano una loro oggettiva qualità si tratta quindi di riflettere sulle conseguenze di questa rivoluzione e sulla necessità di tornare a progettare, come architetti e come designer, spazi e oggetti che esplorino le esperienze dei sensi”. “La ricchezza e la profondità del nostro patrimonio emozionale” affermano Maria Rosaria Piazza e Fabio Costanzo “è fatto di materie iconiche, che rivelano la loro preziosità e qualità nelle superfici, nei colori, negli odori, nei suoni, in cui potere riscoprire il rapporto intimo tra l’uomo e la natura, tornando a riconoscere l’essenza delle cose e comunicarle nella loro essenzialità il rischio è quello di non lasciare impronte se si perde il contatto con la propria vita, fatta di fisicità ma anche di contemplazione. Oggi siamo sempre più circondati da una moltitudine di segni “liquidi”, che appartengono ad un mondo virtuale, spesso in contrasto con la nostra identità personale che ci hanno resi spettatori di processi ultratecnologici, caratterizzati da impalpabilità e trasparenza, che spesso non lasciano alcuna traccia di sé. “l’uomo pensa perché ha le mani”, sosteneva Anassagora, e questa riflessione non è stata mai così attuale come oggi in quanto, nei processi progettuali, il software deve rimanere solo uno strumento a cui non si può demandare l’atto creativo, che resta esclusivamente dell’uomo e frutto del suo pensiero”. L’installazione “Impronte” inaugurata con una performance dell’artista Salvatore Morgante è visitabile tutti i pomeriggi dalle ore 16 alle 21,00.