Diario delle mie letture, “Crepuscolo di Kent Haruf”


La vita di ognuno di noi comuni mortali che non siamo famosi politici o star della televisione scorre anonima, sempre uguale e se capita una giornata senza guai tiriamo un sospiro di sollievo e associamo questa sensazione alla cosa più simile alla felicità. Nessuno ci riconosce per strada o ci chiede un autografo eppure ci accontentiamo, cerchiamo di guardare il bicchiere mezzo pieno e se ci capita di incontrare qualcuno in difficoltà possiamo anche decidere di aiutarlo. A noi persone normali non spetta lo status di personaggi della letteratura, al massimo ci può capitare un ruolo da comparsa. Sono proprio i tratti sfigati del nostro aspetto fisico o del nostro carattere che fanno stare alla larga registi e scrittori. Ogni tanto però nasce un genio, uno capace di descrivere la realtà cosi come si presenta, che ne so un Petronio, un Machiavelli, un Caravaggio, un Pasolini e la strada diventa cinema, letteratura, la povertà, la disgrazia e la colpa diventano sceneggiatura, materia viva dell’arte. Kent Haruf è uno scrittore americano poco conosciuto eppure la sua Trilogia della pianura si guadagna di giorno in giorno, di lettore in lettore, un posto nel gotha della letteratura internazionale. Ho letto uno dei romanzi della trilogia, nemmeno il primo, Crepuscolo (nella foto la copertina del libro), pubblicato da una piccola e quasi sconosciuta casa editrice, la NN, che tuttavia ha avuto il merito di aver scoperto questa autentica perla della letteratura nordamericana. Il suo sembra un racconto senza inizio e senza fine, le storie ambientate nella profonda America delle praterie, lontano dalle megalopoli, in una piccola cittadina immaginaria, Holt, nella contea di Holt, hanno il sapore del tempo che scorre implacabile senza curarsi delle sorti dell’uomo. Questi luoghi e i suoi abitanti che sono i personaggi delle storie che s’intrecciano tra di loro, quantunque frutto della fantasia dell’autore, sembrano più reali della realtà a tal punto che leggendo non vorresti mai staccarti dalla contea di Holt. Perché mai se nella cittadina non succede nulla di eclatante? I suoi abitanti vivono una normalità disarmante ma mai scontata come non è scontata la vita di ognuno di noi che giorno per giorno tira la carretta. Ma sono uomini, donne e bambini che mostrano tutta la loro umanità che a volte è pure malefica. La scrittura poi è asciutta senza orpelli, spartana come gli allevatori di Holt. Ogni capitolo ci presenta un incipit originale e delle clausole alla fine che ti fanno riflettere. È come se l’autore volesse togliere piuttosto che aggiungere, lasciarci con dei puntini di sospensione ma per farlo cerca una frase. Crepuscolo è storia di bambini, coppie, anziani e uomini che vivono le loro solitudini senza scoraggiarsi del tutto affrontando la vita da anti eroi.
Vincenzo Piccione