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VIDEO – “Poggioreale Cinquantanni Dopo”, un passato che non vuole essere dimenticato

VIDEO – “Poggioreale Cinquantanni Dopo”, un passato che non vuole essere dimenticato
08 giugno
15:20 2018
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Poggioreale è un luogo magico che sa raccontarci come nessuno di un’epoca che non esiste più.

La storia di questo paese è tristemente legata al terremoto che colpì la Valle del Belìce la notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968, con esiti devastanti. La vera identità degli abitanti di Poggioreale si trova e sembra quasi vivere ancora tra i ruderi di quello che è stato rinominato “paese fantasma”.

Lungo le strade si susseguono scheletri di case che, seppur ferite a morte, restano ancora in piedi, testimonianza della forza interiore di una popolazione che ha saputo comunque rialzarsi con orgoglio, ricomponendo la comunità sia in Sicilia, laddove è sorto il nuovo paese di Poggioreale, che anche oltre oceano, in Australia, dove forte è la presenza di poggiorealesi trasferitisi lì dopo il terremoto.

Tra le macerie di interi soffitti crollati, con il cielo a perenne “quinta”, una fitta vegetazione sembra dare una nuova speranza di vita: persiane rotte, balconi retti da poche pietre, insegne cancellate e distrutte, sopravvivono con caparbietà agli impietosi segni del tempo; pareti interne e volte di Chiese scrostate dalle quali emergono interessanti frammenti di affreschi capaci di trasmettere ancora fascino ed emozioni.

E ancora, tornando al presente, percorrendo le vie principali è suggestivo osservare  magazzini, vecchie officine, pescherie d’epoca fascista, frantoi dismessi, o ammirare il risultato di piccoli grandi interventi di recupero come nel caso dell’antico abbeveratoio noto a tutti come “lavamuli”, in quanto era usanza pulire i muli prima di portarli nelle stalle annesse alle case

Così viene presentata da Fabio di Giorgi e Maurizio D’Angelo, la mostra “Poggioreale Cinquantanni Dopo“, ospitata dal 21 Marzo al 30 Aprile al Centro Internazionale di Fotografia di Palermo e fortemente voluta dal suo presidente Letizia Battaglia, stimata fotografa, fotoreporter ed ex deputata regionale.

Attraverso le fotografie di Maurizio D’Angelo e il video di Fabio Di Giorgi, l’osservatore viene immerso in un susseguirsi di immagini e riprese, curate nella musica da Dino Pizzuto, che scatenano un forte susseguirsi di emozioni.

Per gli abitanti del posto, queste pietre aggredite dal tempo e i ruderi abbandonati da ormai 50 anni, rappresentano il ricordo concreto, fantasma del tempo, di quei giorni disastrosi e gli anni che seguirono.

L’idea di questo progetto nasce proprio come voglia di testimonianza, durante le celebrazioni del cinquantesimo anniversario dal sisma del 1968, di una memoria che dopo anni di abbandono e degrado, fatica oggi ad essere inserita nuovamente nel contesto storico, paesaggistico e culturale del territorio belicino, nonostante la tenace resistenza delle rovine, quasi fossero vive.

“Attraverso le mie immagini, realizzate negli anni, ho cercato di raccontare la storia di un paese che sembra, al di là del terremoto, essere rimasto uguale nel tempo, quasi come se non fossero già trascorsi cinquant’anni” dichiara D’Angelo.

Secondo quanto affermato dallo stesso autore del cortometraggio, Fabio Di Giorgi, il video vuole essere anche un appello ad un cambio di gestione da parte delle amministrazioni locali che dovrebbero prendersi cura e tutelare il patrimonio culturale e storico di Poggioreale Antica.

Da qualche anno infatti, le rovine di Poggioreale Antica e alcuni territori limitrofi, sono diventate teatro per le operazioni di esercitazione dei Vigili del Fuoco provenienti da tutta Europa, proprio per esercitarsi sulle procedure USAR (ricerca e soccorso in città, Urban Search And Rescue) da poter attuare in situazioni di catastrofe improvvisa.

Le operazioni di messa in sicurezza delle rovine, la sistemazione delle stesse per adattarne la conformazione alle tipologie di salvataggio, con l’utilizzo di mezzi pesanti utilizzati per lo spostamento delle macerie, sembra stiano compromettendo la già precaria condizione di preservazione dell’abitato, già aggravata dall’incuria e dall’abbandono di questi 50 anni.

Interrogato infine sul perché della scelta di Poggioreale come oggetto della mostra, Di Giorgi afferma che “nonostante il contesto sia altamente drammatico, Poggioreale, ciò che ne resta dell’originario sito, sprigiona una forte energia positiva e anche all’eventuale visitatore superficiale non sfugge il desiderio di resistere al tempo e alle avversità di un paese che nonostante le ferite inflitte dal sisma del ’68 mostra comunque un’eleganza ed uno stile architettonico di livello elevato”.

Con l’augurio che la memoria e i suoi simboli vengano preservati e resi una risorsa per i suoi abitanti e i visitatori, abbiamo voluto condividere il cortometraggio e alcuni scatti della mostra, in onore della memoria e allo stesso tempo di bellezza.

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Antonino Mario La Commare

Antonino Mario La Commare

Laureato in Scienze Storiche a Roma, prosegue i suoi studi a Milano focalizzandosi sul Medioevo siciliano e mediterraneo. Curioso ed estroverso, amante dei libri e appassionato d'informatica, ha concretizzato la sua passione per i viaggi e le lingue collaborando con Rome2rio, azienda australiana specializzata nella pianificazione di viaggi. Adora ascoltare musica in lingua siciliana e suona il sax-alto.

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