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Rugby: mens sana in corpore sano e altre curiosità

Rugby: mens sana in corpore sano e altre curiosità
26 luglio
09:20 2018
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Il rugby è uno sport davvero molto antico, con un’origine anglosassone molto popolare nel Regno Unito e nei paesi che facevano parte dall’impero britannico, come ad esempio l’Australia. Da sempre considerato uno sport violento ed adatto solo a pochi atleti di corporatura abbastanza massiccia, ora gode di una fama diversa, vediamo il perchè.

Sport nobile con tanti benefici per la salute

Il rugby, da sempre lo sport che fa del fair play la sua caratteristica identificativa, promuove importanti valori tra cui il rispetto, l’onore, il coraggio e la lealtà. È uno sport che insegna a rispettare le regole e l’avversario, ma anche ad esprimerci in modo creativo. Da alcuni anni le principali leghe rugby, supportate da medici e ricercatori, si sono rese conto che questo sport fornisce benefici fisici e psicologici tali da renderlo ideale per chiunque, indipendentemente dalle abilità personali e dall’età. Il rugby infatti è considerato uno sport completo che coinvolge tutto il corpo, migliorando la capacità di movimento coordinato, aumentandone la resistenza fisica degli arti superiori e inferiori e tonificando l’apparato cardiovascolare. A livello psicoemotivo questa attività sportiva permette di lavorare in team e di socializzare migliorando la capacità di comunicazione e di auto-disciplina, aspetti molto simili a quelli presenti nelle dinamiche aziendali, che hanno permesso di creare dei modelli didattici di coaching per focalizzare e migliorare i comportamenti professionali e manageriali nelle aziende. Scopriamo di più su questo sport, andando a conoscere ora uno dei campionati professionistici più popolari e seguiti: la Premiership.

Palloni da rugby

IMAGE SOURCE: Pixabay

Le origini della Premiership

Non tutti sanno la vera origine dell’Aviva Premiership, il campionato professionistico di punta di rugby A 15 inglese: istituita nel 1987 e diventata professionistica nel 1996, oggi conta 12 club ed è inclusa nel sistema di Lega della Rugby Football Union che prevede promozioni e retrocessioni. La squadra vincitrice della Premiership si aggiudica il titolo di campione d’Inghilterra; questo campionato qualifica le squadre inglesi alla European Rugby Champions Cup e alla European Rugby Challenge Cup. È infatti proprio recente l’annuncio del calendario ufficiale per la Premiership 2018/2019, che passerà dal title sponsor Aviva al colosso assicurativo americano Gallagher. Il nuovo campionato comincerà venerdì 31 agosto e sarà inaugurato nella sede della neopromossa squadra dei Bristol, ribattezzata Bears, che giocherà all’Ashton Gate Stadium. Questo campionato è sempre più seguito e anche le scommesse sul rugby sono in crescita; su piattaforme come quella di Betway Sports è possibile puntare una varietà di scommesse su tutte le partite di questo campionato, oltre che sui tornei di rugby più importanti, nazionali e stranieri. Da non perdere per tutti i fan appassionati della Premiership Gallagher 2018, la prima di campionato del 31 agosto Bristol-Bath, dove la padrona di casa è data a 2/1 secondo le ultime quotazioni di mercato del 13 luglio.

Un breve ripasso delle regole

In attesa dell’inizio della Premiership e dell’altro torneo europeo, il Sei Nazioni in cui si affronteranno Italia, Scozia, Inghilterra, Irlanda, Galles e Francia per la corona europea di rugby, i fan possono ripassare le regole basilari di questo gioco di evasione, perché come spiega James Jones, non funziona come nel football americano, dove la palla viene semplicemente lanciata. Nel rugby infatti la palla deve raggiungere la linea di meta sempre in mano al giocatore e deve essere schiacciata per terra. Una volta segnata una meta, che vale cinque punti, la squadra che l’ha segnata ha a disposizione un calcio di trasformazione ovvero un tiro con i piedi. Il punto da cui viene calciato è perpendicolare a quello da cui è stata realizzata la meta. L’obiettivo della trasformazione è quello di calciare la palla posizionata su un tee e farla passare tra i pali. Gli altri principali modi per calciare il pallone nel rugby sono denominati: grubber, up and under e drop. Il grubber assomiglia ad un calcio rasoterra, aiutato dalla forma ovale della palla e dall’imprevedibilità del suo rimbalzo che spiazza la difesa avversaria. L’up and under è invece un calcio a campanile e il drop serve a centrare i pali, di solito lo realizza il numero dieci, considerato il più creativo e forte della squadra.

Ancora qualche aneddoto divertente su questo sport

L’anno della nascita del rugby si fa risalire al 1823 quando William Web Ellis, uno studente della Rugby School, cominciò a correre con la palla tra le mani in direzione dell’avversario in occasione di una partita di calcio classico e da questo evento nacque il rugby e ancora oggi la Webb Ellis Cup, ha il suo nome. Un’altra curiosità riguarda la partita d’apertura della World Cup, in cui l’arbitro usa lo stesso fischietto usato dall’arbitro gallese Gil Evans per la partita Inghilterra-Nuova Zelanda del 1905. Parlando di nuova Zelanda, gli All Blacks, la squadra nazionale della Nuova Zelanda, è solita prima dell’inizio di ogni incontro, esibirsi in una haka, una danza maori caratterizzata da un momento di libera espressione di chi la sta eseguendo nel rispetto dell’ambiente naturale circostante, una sorta di rito propiziatorio pre-partita. Il primo paese in cui fu esportato il rugby è stato il Giappone, nel 1830, grazie ad un insegnante proveniente dall’università di Cambridge.

Insomma il mondo del rugby e le sue regole sono in continua evoluzione: gli appassionati e i potenziali neofiti possono approfondire il regolamento nella versione aggiornata 2018 e completamente gratuita “Guida alle regole del rugby” da sfogliare online o scaricare in download per tenere sempre l’occhio sulla palla!

Rygby World Cup Japan 2019

IMAGE SOURCE: Facebook

 

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