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Partanna, manca l’acqua da un mese a Vellesecco. Cittadino denuncia l’interruzione di pubblico servizio

Partanna, manca l’acqua da un mese a Vellesecco. Cittadino denuncia l’interruzione di pubblico servizio
24 settembre
22:13 2018
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PARTANNA- Una vera e propria interruzione di pubblico servizio quella denunciata dal dott. Vincenzo Recupero che lamenta in una zona della contrada Vallesecco la mancata erogazione dell’acqua da oltre 30 giorni.

A nulla sono valse, finora, le segnalazioni inoltrate all’Ente acquedotti Sicilia a cui il cittadino partannese si è rivolto per comprendere i motivi di tale disservizio. Gli operai dell’Eas a dire dello stesso utente, hanno effettuato dei controlli superficiali in alcuni punti che non hanno portato ne all’individuazione delle cause ne di conseguenza alla risoluzione del problema.

La zona interessata è quella di via Castelvetrano, area abitata da non poche famiglie e nella quale è presente anche un distributore di benzina, anch’esso privo di acqua e che pare sia costretto a ricorrere alle autobotti. Senza entrare nel merito dei prezzi proibitivi dell’acquisto del prezioso liquido dalle aziende private, il dottore Recupero che inizialmente ipotizzava un guasto alla sua rete ha speso per la manutenzione dell’impianto domestico oltre mille euro, una cifra con la quale avrebbe potuto acquistare diverse centinaia di litri di acqua.

Vessato dal disagio dovuto alla mancanza di un bene di prima necessita, Recupero si è rivolto sia al Prefetto di Trapani lamentando non soltanto le conseguenti difficoltà alla mancata ricezione del liquido, ma il rimpallo di responsabilità tra Eas e Comune dalle quali, afferma, resta fuori il vero problema ossia il disagio vissuto dai cittadini residenti della zona nell’affrontare per “l’ingiustificabile interruzione di un servizio pubblico essenziale per la vita umana”. A questa nota, si è aggiunta venerdì pomeriggio la querela al Comando dei carabinieri per interruzione di pubblico servizio.

“Non è concepibile – spiga Recupero – lasciare le persone senza acqua e per tutto questo tempo. Non è possibile pagare un servizio che non viene erogato. Nonostante l’Eas sia in liquidazione non si può permettere di lasciare le persone a secco. Non è una vicenda solo personale ma collettiva e che riguarda diverse famiglie.”

L’anomalia nella distribuzione dell’acqua che si interrompe improvvisamente è stata riscontrata anche dai tecnici del Comune, i quali però, per l’insussistenza di specifici mezzi di controllo non possono stabilire le cause.

Fa capolino dunque l’ipotesi di un furto perpetrato da un residente della zona, che si configurerebbe come un reato penale. Un reato cosiddetto procedibile “a querela di parte” che nel caso venga riscontrato autorizzerà le autorità ad intervenire contro il “ladruncolo” il quale rischia di incorrere nella reclusione dai due ai sei anni e in caso di circostanze aggravanti fino a dieci anni.

Nella zona sono oggi presenti numerosi pozzi ma l’acqua non è potabile. L’unico Ente che ancora oggi gestisce i pozzi di acqua potabile rimane l’Eas che con il solo Comune di Partanna, che da anni si sostituisce negli interventi manutentivi, ha un debito di 1 milione e 600 mila euro.

Il primo cittadino Nicola Catania comunica un’azione congiunta tra i tecnici dell’eas e quelli comunali.

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