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Salemi, comunali 2019. Intervista al sindaco Venuti: “Siamo pronti!”

Salemi, comunali 2019. Intervista al sindaco Venuti: “Siamo pronti!”
09 marzo
07:33 2019
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Manca poco più di un mese alla tornata elettorale che porterà al rinnovo del Consiglio comunale alla scelta del sindaco che rappresenterà la città per i prossimi 5 anni. Tre o quattro le liste in ballo. Tra queste, solo una ha comunicato ufficialmente il proprio candidato a sindaco, che si riconferma essere Domenico Venuti attuale primo cittadino di Salemi. Venuti, 39 anni, si dichiara intento a proseguire, con la propria squadra, il progetto politico di questi 5 anni con una visione ambiziosa per il paese. Cinque le domande rivolte dalla redazione che mirano ad approfondire le tematiche che stanno a cuore ai cittadini. Di seguito le risposte del sindaco uscente ai microfoni di PartannaLive

  1. Questa estate ha lasciato le cariche che ricopriva nel Pd, allontanandosi dal partito. Questo presuppone, oggi, la nascita di una lista civica in città. Si potrebbe pensare che le presa di distanza sia solo funzionale alle elezioni. È così?

No, non è così. Premesso che la legge elettorale costringe ad un unico progetto senza simboli di partito, la presa di distanza ha altre ragioni. Per più tempo ho manifestato un disagio verso l’impostazione che il Pd aveva dato al partito e che in ultimo ha portato anche alla battuta d’arresto del 4 marzo. Il giorno dopo le elezioni mi sarei aspettato un dibattito politico sulle ragioni della sconfitta e quindi l’innesco di una inversione di tendenza che io intendevo verso il territorio e verso i problemi della gente, che credo debbano essere posti prima delle questioni politiche e delle lotte tra dirigenti. Questo non è stato fatto, l’Assemblea nazionale del luglio scorso è stata una seduta tristissima dove ciascuno è rimasto sulle proprie posizioni. Tutto questo mi ha portato a lasciare tutti gli incarichi dirigenziali che avevo anche perché non volevo più occuparmi di congressi di cui non condividevo l’impostazione e che mi avrebbero sottratto del tempo che potevo invece dedicare alla mia città e agli impegni da sindaco soprattutto in questa fase finale in cui, di certo, si devono cercare di incassare il più possibile i risultati del lavoro di questi 5 anni e lavorare alla fase di composizione in vista delle elezioni di aprile. Se fosse stato un problema meramente elettorale mi sarei trincerato dietro il maggioritario senza lasciare incarichi che hanno comunque un valore soprattutto per chi fa politica e la fa con passione da anni. Non mi sentivo più rappresentato e non volevo più rappresentare una politica fine a sé stessa (senza alcun impatto della società esterna). Considero, oggi, la vittoria di Zingaretti una chiara inversione di tendenza. La gente ha votato non solo per un progetto politico, ma anche per chi negli anni di difficoltà è rimasto in trincea e ha continuato a lavorare per il territorio.

  1. Liste in fermento, quali sono le sue percezioni rispetto a quello che si sta muovendo in città? Molti punteranno a screditare in toto l’operato di questi 5 anni ma quali sono, secondo voi, i punti su cui lavorare maggiormente?

Ciascuno farà il proprio mestiere, di certo l’opposizione si fa durante i cinque anni e non soltanto qualche giorno prima delle elezioni. Noi, sicuramente, abbiamo avuto delle enormi difficoltà nella fase di partenza, ma i risultati, non pochi, sono comunque arrivati in questi ultimi due anni. È giusto precisare che nella prima fase è stato necessario ristrutturare il bilancio, un’azione fondamentale per poter spendere le somme, e ricordo anche che gli ultimi bilanci sono stati approvati entro la primavera.

Non abbiamo la pretesa di dire di aver risolto tutto, ma neppure di non avere fatto niente. Tra il tutto è il niente c’è poi il mondo. Che si tenda a screditare quello che si è fatto ci può anche stare. Si è lavorato molto anche con degli errori, ci possono essere state delle scelte ritenute discutibili, ma abbiamo anche seguito un percorso obbligato dettato da questioni tecniche legate a bandi, finanziamenti e mancanza di risorse. Tuttavia, si sono avviati e andranno avanti alcuni percorsi, tra questi ad esempio quello riguardante la manutenzione delle strade interne, attualmente in atto, nella zona del paese nuovo con la via Buonarroti e della Filci – Canalotto. Sono arrivati 100 mila euro che stiamo indirizzando al rifacimento della Ulmi – Filci. Ci siamo mossi positivamente anche in direzione dei lavori socialmente utili non con contributi a pioggia ma con la creazione di cantieri comunali che attivano anche una forma di responsabilizzazione cittadina. Abbiamo chiuso a gennaio con il 74,8 per cento di differenziata e in due anni è un risultato straordinario ma non è un percorso che è finito e che proseguirà con le campagne di sensibilizzazione e di contrasto all’abbandono dei rifiuti. Sono stati fatti inoltre interventi in tutte le scuole. Non ho mai promesso di risolvere tutti i problemi ma ho detto che li avrei affrontati. Questa amministrazione ha dovuto tener conto del contesto sociale, economico, ma anche istituzionale. Con la Regione ci sono stati più problemi che altro, ad esempio per le autorizzazioni per la raccolta differenziata e gli scarsi trasferimenti economici. In questi cinque anni abbiamo affrontato buona parte dei problemi: per alcuni si è avviata una soluzione, per altri si è trovata, per altri ci sarà ancora da fare. Ciò che ci ha contraddistinto è proprio la capacità di affrontare le problematiche. Abbiamo recuperato dei finanziamenti come quelli per il dissesto idrogeologico per Monte delle Rose (circa 5 milioni di euro), per il quale si sono avvitate le gare, e quello per il completamento della fognatura (7 milioni di euro) per la zona di Cuba e Ulmi. I problemi li conosciamo. È facile, per chi rema contro, fare una foto e pubblicarla su facebook non sapendo che quei lavori richiedono migliaia di euro o il coinvolgimento di altri enti.

  1. In questi anni si è puntato molto sul turismo, quali sono gli obiettivi futuri che vi prefissate di raggiungere nei prossimi 5 anni?

Abbiamo avviato un percorso sulla valorizzazione turistica della nostra città. È senza dubbio un progetto che richiede tempo ma richiede anche e soprattutto pazienza e l’intervento dei privati che hanno il coraggio di investire. È ovvio che nessuno investe in un luogo che non esprime le proprie potenzialità. Noi abbiamo cercato di tirarle fuori. Abbiamo iniziato con l’inserimento nel Club dei Borghi più belli d’Italia nel 2016 per finire con la Rete dei castelli in Sicilia qualche settimana fa. Sono percorsi che richiedono tempo.

La continuità amministrativa può dare la possibilità di sviluppare tutti questi progetti a partire da quelli a vocazione turistica come quelli legati alle festività come quella di San Giuseppe che ci ha dato ogni anno maggiore visibilità, con l’ingresso di un numero sempre maggiore di visitatori come testimonia l’osservatorio turistico provinciale. Purtroppo si va a rilento per quelli che sono i problemi interni al Comune e per quelli esterni, per gli errori e gli imprevisti che si possono verificare. In questi anni abbiamo continuato a spingere sul coinvolgimento delle associazioni alla vita cittadina, instaurando anche un rapporto sempre più saldo con i privati che vanno stimolati alla creazione di attività ricettive siano esse gastronomiche che alberghiere. L’albergo diffuso era e resta nel programma ma va realizzato con necessità di una gestione privata dei percorsi turistici ricettivi. Continuiamo a puntare sul progetto delle case ad 1 euro, consapevoli del fatto che gran parte delle abitazioni nel centro storico sono pubbliche, e non private come negli altri paesi, e si trovano tra cumuli di macerie. Abbiamo tuttavia avviato la riqualificazione  delle aree di via Mistretta e concluso i lavori di riqualificazione in via Bastione e via Duca degli Abruzzi zona nella quale è già possibile rilanciare il progetto case ad 1 euro entro il 2019. Ricordo inoltre che l’inserimento tra i Borghi (che costa annualmente 3500 euro) ci ha consentito di avere da parte della Regione una premialità di 36 mila euro nel 2018 e aspettiamo quella del 2019. È un’ associazione che porta visibilità al nostro Comune, non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Infine prosegue l’intesa con il politecnico di Torino che vorrebbe dare agli studenti ed agli investitori privati, tramite una Start Up, la possibilità di riqualificare diverse aree del centro storico, anche qui con finalità didattiche e turistico ricettive.

  1. Quali sono le proposte elettorali programmatiche per avviare una inversione di marcia rispetto al presente per i giovani salemitani e quali sono i mezzi proposti con i quali si intendono realizzarle?

È un problema serio che il Comune non può aggredire direttamente né come vorrebbe, né come il cittadino si aspetta. Mi ritrovo a vivere il problema da molteplici angolazioni. Abbiamo da un lato giovani, come quelli della mia generazione, che si sono visti sbarrare la strada alle prospettive lavorative come così come le avevamo immaginate, dall’altro abbiamo figli che fanno scelte che li portano ad emigrare. Quando partire non è più una scelta e un’opportunità, ma diventa un obbligo, come accaduto negli ultimi decenni, si crea un impoverimento sociale e culturale per la comunità che si ripercuote in tantissime scelte tra cui proprio i mancati investimenti. Mettere insieme dei percorsi turistici come quelli citati prima, può permettere di creare delle prospettive di medio e lungo periodo ma soprattutto scommettere su un’opportunità che troppo a lungo è stata tenuta nel cassetto: quella turistica. Uno dei grandissimi errori di questo territorio è stato quello di abbandonare la sua attività principe che è l’agricoltura. Finito il periodo dei contributi, la grande produzione è stata bloccata e si è creata una crisi notevole. Piuttosto che rimboccarsi le maniche e approcciare il problema con spirito imprenditoriale si è preferito l’abbandono delle campagne. Il Comune attualmente sta cercando di sponsorizzare i nostri prodotti ma ha agito anche indirettamente fornendo gratuitamente all’Assessorato dell’agricoltura, gli uffici per far permanere la sede in città.

Lo spirito con cui ci approcciamo al problema è questo, è ovvio che sulle politiche agricole il Comune non può intervenire direttamente. Continuare questa attività negli anni futuri potrà consentire di fare ulteriori passi avanti in alcuni settori ed invertire quella tendenza che però sottolineo va portata avanti con scelte politiche nazionali e regionali coraggiose, scelte che finora non si sono viste. Io non ci sto all’idea che dobbiamo avere sempre un aiuto e una scorciatoia alla sopravvivenza. Dobbiamo chiedere con forza e determinazione che siano rimossi gli ostacoli tecnici e strutturali che ci impediscono oggi di raggiungere obiettivi importanti e di essere autonomi. Non dobbiamo dipendere da formule varie basate sull’assistenza.

  1. Qual è lo spirito di questa nuova campagna elettorale? Siete pronti?

Siamo pronti, “siamo” è la parola che più mi piace perché abbiamo fatto squadra… Credo che sia sotto gli occhi di tutti. Solo come “squadra” si potevano affrontare le difficoltà, come quelle che abbiamo avuto all’inizio, ivi compresa l’emergenza rifiuti. Tutti i consiglieri hanno supportato soluzioni ai problemi con una grande consapevolezza, lavorando in un’ottica di grande fiducia, con determinazione, non lasciandosi strumentalizzare da qualcuno che pensava e pensa ancora di poter mettere in piedi una coalizione alternativa fondata sulla mera contrapposizione. Noi non abbiamo lavorato per essere alternativi ma piuttosto per fare delle cose e sviluppare dei programmi, e con questo spirito, si è creata una maggioranza stabile per 5 anni. Aver perso un solo consigliere (per altro per motivi di appartenenza politica) è una cosa normale.

Cinque anni fa la coalizione, che è stata creata con diverse forze politiche e con persone nuove alla politica, ha tenuto conto soltanto degli obiettivi da raggiungere a Salemi.  I cambiamenti partitici regionali non hanno mai inciso sulle scelte che abbiamo fatto e questo credo sia un valore che i cittadini debbono valutare. Quest’anno intendiamo proporci ai cittadini con una squadra in parte ri-confermata e in parte nuova, ma che sposa programmi, idee, metodo ed approccio politico. Con questo spirito noi vogliamo andare avanti e chiederemo ai cittadini di darci la possibilità di continuare il lavoro, non con la presunzione di essere perfetti e di risolvere con la bacchetta magica tutti i problemi, ma con la consapevolezza che siamo in grado di affrontarli. Uno spirito di squadra che oggi ci ha permesso di ottenere questi risultati e che ha anche messo in difficoltà la minoranza che non ha sviluppato politiche di opposizione, se non con spizzichi e bocconi e interventi singoli spesso più coloriti (o tecnici) che non di sostanza. La campagna elettorale sarà incentrata sui temi e non soltanto sulla ricerca delle alleanze, come sta avvenendo negli altri campi. Non mi sono mai appassionato alle campagne denigratorie, penso che sia molto più difficile ma anche più proficuo parlare di temi e dire alla gente cosa si intende fare. Ad oggi noto che alcuni soggetti, ma non tutti, stanno mettendo in campo progetti alternativi con una piccata contrarietà alla mia figura ed al prosieguo del mio lavoro. Su questo faccio un grande in-bocca-al-lupo, ma credo che non sia quello che meritano i cittadini, che penso meritino impegno e concretezza.

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Agostina Marchese

Agostina Marchese

Nata a Salemi, giornalista, ha studiato scienze politiche e delle relazioni internazionali. Crede nel giornalismo d’inchiesta e a quello di strada tra le persone e per le persone. Collabora con “Belice c’è” e ha fondato una rivista sull'eterno femminino. È stata corrispondente del Giornale di Sicilia e ha collaborato con Telejato e Report. Ama la politica, la natura e andare oltre le apparenze.

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