Palermo: contro Di Matteo gli ordini partono dall’alto
Sviluppi sconcertanti quelli che emergono dalle indagini del pool di magistrati di Palermo che si sta occupando del presunto attentato programmato da Cosa Nostra nei riguardi del PM Nino Di Matteo. Infatti, stando alle notizie apportate dal confidente dei magistrati stessi, ritenuto fonte assolutamente attendibile perché già in passato ha fornito diversi elementi utili a sventare diverse operazioni criminose, a voler premere il telecomando collegato all’esplosivo predisposto non sarebbero soltanto i boss ancora presenti sul territorio: a capo dell’operazione vi sarebbero addirittura Totò Riina, il boss supremo dell’organizzazione, che detterebbe ordini dal carcere tramite uno dei figli, e Matteo Messina Denaro, numero 1 della mafia siciliana ancora in circolazione, che agirebbe da un punto di vista operativo mediante i suoi soldati. I magistrati adesso stanno lavorando alacremente per ricollegare gli anonimi arrivati nelle ultime settimane, in modo da risalire ai contatti indiretti tra l’anonimista e il confidente, avvenuti nei primi di giugno.