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Orestiadi Gibellina: al Baglio Di Stefano i Teatri alchemici presentano “Al Prolèter”

Orestiadi Gibellina: al Baglio Di Stefano i Teatri alchemici presentano “Al Prolèter”
15 luglio
14:09 2013

ORESTIADI DI GIBELLINA MERCOLEDÌ AL BAGLIO DI STEFANO I TEATRI ALCHEMICI PRESENTANO “AL PROLETÈRdadalchemici

GIBELLINA (TP) – Per il Festival Orestiadi, diretto da Claudio Collovà, MERCOLEDÌ 17 LUGLIO, alle 21,15 al Baglio Di Stefano a Gibellina i Teatri alchemici presentano “Al prolèter”, per la regia di Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi. Con Mariangela Collesano, Alberto Bibis Esposito, Francesco Iubizzi, Salvatore Leone, Alberto Lucia, Giorgia Mirelli, Simona Mirelli, Paolo Pecoraro, Agostino Rocca, Vincenzo Sicola, Chiara Siragusa, Giusy Spagnolo, Filippo Talluto, Musiche dal vivo di Roberto Calabrese, Pino Sardo e Francesco Iubizzi; musiche originali e paesaggio sonoro di Giuseppe Rizzo.

Il biglietto è 10 euro, ridotto 8 euro (over 65, under 24 e titolari Ideanet). Prevendite a Palermo da Modusvivendi, via Quintino Sella, 79. Per maggiori informazioni chiamare lo 0924.67844 oppure visitare il sito www.orestiadi.it.

Dopo 45 anni di chiusura forzata, gli ex avventori del Proletèr decidono di ri-occupare con la forza il loro ristorante, un tempo fucina di folli artisti incompresi e rivoluzionari, e si organizzano per riaprirlo in barba a tutte le leggi. All’interno, sommerso dalla polvere accumulata negli anni, trovano l’unico avventore rimasto chiuso dentro da allora a fare quasi da custode alla mitica ricetta della melassa rivoluzionaria, il cui assaggio era ritenuto dalle forze dell’ordine pericoloso potenziale di auoto-affermazione artistica. A mettere i bastoni tra le ruote ci pensano anche gli ispettori di igiene che irrompono inaspettatamente nel locale. Tornerà nel pentolone del Proletèr a ribollire la famosa melassa dai fumi inebrianti? Ci prova una nuova generazione di cantanti malinconici, artisti autodefinitisi tali e musicisti strampalati che qui si danno appuntamento per rinnovare il loro amore per l’arte e per la vita.
“Il Proletèr – spiegano gli autori – nasce da una nuova visione del teatro della diversità nata dopo sette anni e altrettanti progetti con Dadalchemici, la compagnia di ragazzi down, con cui ci si allontana dal concetto fuorviante e umiliante di terapia per elevarsi alla medesima dignità del teatro cosiddetto professionale. In questi anni sono stati proprio i ragazzi down a fornirci tante chiavi e ad aprirci tante porte in tal senso, essendo attori ed autori dei nostri progetti e fautori di questa personale visione di teatro”.

“Tutti – aggiungono – in questo nuovo lavoro agiscono seguendo sì un “copione” ma avendo la possibilità di allargare una scena improvvisando e rintracciandone sempre e comunque una freschezza a seconda del luogo, del tempo e del pubblico che si ha di fronte. L’attore down riesce così ad essere naturalmente sulla scena ciò che un attore “normale” è solo di rado: naturalmente e sempre vivo. Tanto è a suo agio, perché sa che non esiste mai l’errore e che ogni possibile deviazione dal canovaccio va vissuta, elaborata e risolta sulla scena. Senza questi ragazzi il Proletèr non sarebbe nato, nessun altro potrebbe abitare questo locale della coscienza collettiva in cui solo loro apriranno la porta a chi busserà per entrare e godere”.

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