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Diario delle mie letture, “Il figlio maschio”

Diario delle mie letture, “Il figlio maschio”
10 dicembre
09:10 2015

giuseppe torregrossa il figlio maschio - CopiaPartanna…

Forse è arrivato il momento che qualche intellettuale, professore universitario o istituto di studi letterari metta mano finalmente alla stesura di una storia della letteratura siciliana dalle origini fino ai giorni nostri. Vantiamo in tutti secoli della storia un parterre di scrittori illustri, Teocrito, Cielo d’Alcamo, Federico II di Svevia, Jacopo da Lentini, la Scuola poetica siciliana, i poeti siculo toscani, il Meli e l’Arcadia siciliana, Salvatore Quasimodo,Verga, Pirandello, Elio Vttorini, Antonio Borgese, Francesco Piccolo, Sciascia, Tomasi di Lampedusa, Consolo, Bufalino, Camilleri e Giuseppina Torregrossa. Scusate ma l’elenco potrebbe durare all’infinito, mai terra fu più poetica come la nostra, locus amoenus pieno di ninfe, satiri e pastori, approdo di eroi come Ulisse ed Enea, terra di Ciclopi e del dio Nettuno nei poemi omerici e virgiliani. La letteratura antica, quella medievale e infine la moderna sono eterne debitrici della terra di Sicilia che ha dato i natali a poeti e cantori di fama imperitura. Volendo fare il leghista potrei smettere di leggere, come mi piace fare poeti e scrittori di tutte le regioni d’Italia e del mondo per dedicarmi alla sola lettura di genere siciliano. Troverei romanzi di ogni tipo, gialli, noir, storie d’amore, romanzi storici e psicologici ma soprattutto dei campioni, scrittori che da soli hanno fondato un genere il cui stile non può essere riprodotto perché frutto di un’arte unica. La lettura dell’ultimo romanzo di Giuseppina Torregrossa ha generato questo fiume di parole che rischia di tracimare, ma la storia che si racconta in questo delizioso romanzo, intitolato “Il figlio maschio(nella foto a destra la copertina del libro), è tutta siciliana e riguarda le principali famiglie di librai ed editori dell’isola. Giuseppina Torregrossa si rivela ancora una volta una scrittrice da seguire non solo perché è una nostra conterranea, ma anche per il piacere di scoprire il suo modo unico di narrare storie , di far rivivere luoghi e momenti del recente passato con esperta maestria. La storia inizia con un personaggio mitico, Filippo Ciuni, pioniere dell’editoria siciliana. Brava, brava e ancora brava per essere riuscita a trasformare personaggi realmente esistiti in eroi romanzeschi, perché le storie narrate dalla scrittrice siciliana pur riguardando librai ed editori hanno un sapore di epica, sembrano le storie di pionieri alla ricerca di nuove frontiere, quelle dei libri e della cultura. Vengono così evocate le storie della famiglia Ciuni, Sciascia, Flaccovio, Palumbo e Cavallotto, ma non fatevi ingannare dal titolo pur essendo una storia di uomini, il punto di vista femminile è presente e diventa dall’ottica del narratore preponderante. Magiche le descrizioni delle città siciliane testimoni delle vicende vissute dai personaggi del libro: Palermo, Catania e Caltanissetta. A me personalmente sono piaciute, ma era successo anche con il precedente romanzo dell’autrice palermitana, la descrizione magica di squarci incantevoli della città di Palermo .

Volete farvi un regalo per Natale? Recatevi in libreria e comprate l’ultimo libro di Giuseppina Torregrossa.

Vincenzo Piccione

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