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Una “marcia digitale” sui Social Network per ricordare Rita Atria

Una “marcia digitale” sui Social Network per ricordare Rita Atria
25 luglio
11:18 2018
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Rita Atria "Marcia Digitale"

Rita Atria “Marcia Digitale”

Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani, in occasione della ricorrenza in cui è stata uccisa Rita Atria, intende ricordare il coraggio e l’ideale di giustizia a cui la giovane si è ispirata, dopo l’incontro con il giudice Paolo Borsellino, promuovendo una “marcia digitale”, proprio in memoria della testimone di giustizia.

In tale giorno, si invitano gli utenti dei social  network a formare una sorta di catena digitale, postando immagini e frasi relative alla difesa della legalità e contro le organizzazioni criminali organizzate, e invitando i propri amici ad aderire: ciascuno diventa protagonista attivo della propria consapevolezza civica e non semplice spettatore passivo.

Essere cittadino significa anche diffondere ideali, spunti di riflessione e modelli di comportamento eticamente validi, avvalendosi anche dei linguaggi digitali. Si spera così di coinvolgere le giovani generazioni, ma anche gli adulti, in una costruzione di idee e scambi culturali più profonda e significativa rispetto a tanti post, in alcuni casi davvero superflui, quando non diseducativi.

Creare un’onda di commenti, considerazioni e immagini da condividere con il maggior numero di persone possibili, dando vita ad un’azione di impegno civile è il fine ultimo dell’iniziativa, per “marciare” idealmente tutti uniti verso un unico obiettivo: l’affermazione della legalità come principio fondante della libertà.

Oggi attraverso un semplice “click” online molti attivisti dei Diritti Umani hanno creato movimenti d’opinione e lanciato campagne a favore della dignità della persona per un mondo più equo  e tollerante. Il Coordinamento ritiene oggi importantissimo l’utilizzo dei social network come veicolo di comunicazione, partecipazione e mobilitazione, non come mera vetrina per apparire.

“La lotta alla mafia (primo problema da risolvere nella nostra terra, bellissima e disgraziata) non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.” (Paolo Borsellino)

Prof. Romano Pesavento

Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani

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